Vasco Rossi risponde ai fan in videochat a La Stampa: un uomo che si racconta allo specchio, complici i fan e le loro domande. Dopo le precedenti chiacchierate che lo hanno visto protagonista negli studi di Radio Deejay, RTL 102.5, RDS e così via, questa volta spetta a Marinella Venegoni il compito di estrarre a campione alcune tra le oltre 5000 domande dei fan che hanno affollato la casella di posta elettronica della testata giornalistica: il risultato è una chiacchierata di 40 minuti e poco più, complice la voglia di raccontare, esemplificare, provocare et ironizzare del protagonista. Il tutto, raccontandosi.
Il Tour “Live Kom ‘013” è alle porte, il periodo di degenza è terminato: “Non sto bene, ma tengo duro” ironizza Vasco Rossi (per semplicità, da ora, Vasco) mentre il sound-check previsto allo Stadio Olimpico di Torino la sera di Venerdì 7 Giugno vedrà già ai cancelli oltre 2500 persone facenti parte il fanclub. E via così con il “discorso lasciato in sospeso due anni fa per cause di forza maggiore” che lo vedrà impegnato per ben 7 date di cui 4 allo Stadio Olimpico di Torino (9 – 10 – 14 – 15 Giugno) e 3 allo Stadio Dall’Ara di Bologna (22 – 23 – 26 Giugno). Facebook e i “clippini” e le controversie che nascono dalla comunicazione tramite social network, il batterio killer, la sconfitta e la rivincita di quest’ultimo dopo il mini-concerto al Cromie di Castellaneta Marina lo scorso Settembre 2012 sono ormai alle spalle: quello che si vede è un Vasco concentrato su quello che sarà, fosse solo “arrivare vivo sano e lucido alla fine del mese”.
I saluti di rito non sono una breve parentesi ma la chiave di volta dell’intera “intervista”: l’atmosfera è intima, le porte aperte ai pochi fan fortunati che hanno affollato lo spazio antistante la sede del giornale già dal mattino, il gioco di provocazioni tra Vasco e la Venegoni che da il benvenuto presentandolo come “l’artista più amato d’Italia”. Sue parole. Questo l’esordio:
Sono qui per riprendere un discorso lasciato in sospeso due anni fa per cause di forza maggiore, dovevano essere 4 date ma son diventate 7 per portare a conclusione il tour Live Kom ‘011 che ora si chiama Live Kom ‘013.
Il rapporto tra i fan e Vasco è quasi idilliaco: la prima domanda estratta affronta il rapporto tra la potenza della musica e delle canzoni e il pubblico, un pubblico che conta ben 3 generazioni differenti:
Quando avevo 20 anni non ascoltavo le canzoni che ascoltava mia madre e ancora oggi mi meraviglio quando vedo un ragazzo di 20 anni cantare “La Nostra Relazione” che è una canzone che ho scritto 30 anni fa. Ecco, faccio leva sull’affermazione di De Gregori, siamo artigiani della musica.
E via così. Un fiume in piena, lo stream of consciousness (rigorosamente in lingua inglese, ndA) prende piede e a tratti risulta difficile seguire l’iter del discorso. Tuttavia l’ascolto prende il sopravvento e il racconto dei primi 10 anni di carriera artistica si presentano così:
Le mie canzoni seguono il corso della mia crescita. La mia prima canzone, il primo miracolo, è stata “Vita Spericolata”. Pensavo di morire giovane e una volta scritta questa canzone pensavo di aver già concluso. Scrivere la canzone della tua vita capita a pochi. Stavo andando contro al muro ma con cognizione di causa, stavo sacrificando la mia vita per questa storia musicale/artistica. In quel periodo facevo uso e abuso di sostanze stupefacenti sono rimasto per 7 mesi a letto, poi mi sono disintossicato da tutto ma non riuscivo più a scrivere canzoni. Sono stato 2 o 3 anni senza riuscire a comporre niente. Poi un bel giorno ho preso la chitarra ed ho cominciato a comporre canzoni: ne sono nate 4 o 5 in una sola mattina per il semplice fatto che mi stavo divertendo…senza prendermi troppo sul serio!
Nel frattempo la videochat de La Stampa si ferma per un pò, sovraccarico del server per le troppe connessioni tra fan e curiosi:
Il mio secondo miracolo è stata “Sally”. Quando scrivo non parto mai da un concetto, lascio uscire fuori quello che c’ho dentro. Di solito ho le palle girate: il giro di chitarra lo facevo da tre mesi, la canzone è uscita così come la conoscete. Quando ho visto l’inciso “perchè la vita è un brivido che vola via è tutto un’equilibrio sopra la follia” pensavo che la capissi solo io. Invece la condividiamo tutti insieme, questo potrebbe significare che condividere le proprie debolezze e la propria solitudine ci fa forza, tutti insieme!
La parentesi filosofica de “Un Senso” e “Manifesto Futurista della Nuova Umanità” è tutto un incastro di concetti e sensazioni, visibilmente leggibili sul volto dell’artista. Ma si torna subito al presente, all’attuale. Giusto il tempo di chiedere (domanda posta da una fan) se ha mai avuto paura di non poter tornare più sul palco, Vasco risponde così:
Ho avuto un periodo molto difficile e non sono mai stato in ospedale per più di 3 giorni. Poi è arrivato questo batterio killer che mi ha causato un dolore spaventoso, che mi ha quasi paralizzato tutto l’arto sinistro del corpo. Un dolore che non posso spiegare a parole, subito dopo il concerto di Roma nel 2011. Ho conosciuto in ospedale la sofferenza e il dolore, tant’è vero che ho pensato di voler morire ma non ho mai pensato al suicidio. Se l’avessi pensato l’avrei fatto e non sarei qua. Non sto bene ma tengo duro!
Prima di terminare c’è ancora una parentesi, non meno rilevante delle precedenti, ma comunque importante: battute conclusive sul periodo di degenza, progetti futuri e curiosità. A far leva è la domanda di un fan che gli chiede cosa prova nel vedere che le persone si tatuano il suo volto sulla pelle:
Quest’eperienza mi ha lasciato una sfumatura in più quando guardo le cose intorno a me. Alcune non mi piacciono (ride) ma mi è venuta la curiosità di andare a vedere. Avevo litigato con la vita, non ho fatto pace del tutto ma adesso sto facendo i conti. […] Concentriamoci sui progetti a breve termine, al momento gradirei arrivare vivo sano e lucido fino a fine mese (ride). Non amo particolarmente i tatuaggi, vengo dalla vecchia scuola “no tatuaggi no depilazione”. Il tatuaggio è un qualcosa di impegnativo, io ho solo cicatrici interne ed esterne