Ricordate la vicenda di fine Ottobre scorso, quella che vedeva impegnati i lavoratori della IMS (International Media Service) in cassa integrazione per la minaccia di chiusura della fabbrica di Varese, da sempre produttrice di cd/dvd per conto di quella che era l’azienda EMI? Bene, è doveroso rendere pubblico che, in questo caso, si è avuto un riscontro positivo.
Procediamo per gradi. Verso fine Ottobre la notizia della messa in liquidazione di circa 130 operai fece il giro del web, incastrandosi tra l’altro con le vicende finanziario-economiche che interessavano la stessa EMI, già da qualche tempo. Ebbene, i proprietari della IMS (già EMI per la produzione e distribuzione di cd e dvd di artisti come Guccini, Battiato, Cocciante e Vasco Rossi), dovettero ufficializzare la notizia della chiusura della fabbrica per mancanza di fondi.
Il perchè lo si evince facilmente osservando le vicende che hanno interessato la EMI negli ultimi anni (trascurando, in questo contesto, tutte le politiche di mercato…del caso). Gli operai, disperati per le già presenti condizioni di precarietà (non dimenticando che hanno moglie e figli da “portare avanti”) scrissero una lettera allo stesso Vasco, tramite il loro portavoce nonchè sindacalista Antonio Ferrari, nella quale rinnovavano la stima nei confronti del rocker orgogliosi per aver contribuito a produrre e diffondere la sua musica, in Italia. L’oggetto dello “sfogo”, però, era di fatto la richiesta di una sua visita presso lo stabilimento (già avvenuta qualche anno fa), con il solo scopo di risollevare il morale ed attirare l’attenzione dei mass-media affinchè non perdessero il posto di lavoro.
Un richiesta sensata e legittima, dal momento che la Costituzione Italiana all’art.1 cita: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.” In linea con la direttiva assunta dagli operai. La risposta del Blasco nazionale non si fece attendere, e tramite la pagina ufficiale di Facebook rilasciò un comunicato nel quale confermava la piena solidarietà ai 130 operai, non risparmiando una considerazione circa l’andamento delle “logiche” di mercato e delle “ragioni” del profitto, a discapito della dignità di ogni lavoratore e delle possibilità negate (…o meglio, insesistenti) di lavoro che affliggono l’Italia.
Ebbene di ieri la notizia che la EMI, ultimamente divisa per metà alla Sony e metà alla Universal, ha messo a disposizione 400mila euro a disposizione dei lavoratori in cassa integrazione, garantendo loro le tredicesime, le ferie non godute, e gli stipendi arretrati come da accordo firmato con i sindacati. E anche Vasco, incontrerà nuovamente i lavoratori della IMS. Seguendo questa direttiva, lo stesso Guccini ha fatto un appello pubblico chiedendo che sia garantito il lavoro a questi operai, per garantire (tra l’altro) ancor più la diffusione della musica in Italia.
Arrivano soldi, e si strappa qualche sorriso. E tutto questo, grazie alla musica.