Vasco Brondi, colui che si cela dietro a “Le luci della centrale elettrica” ha recentemente pubblicato una graphic novel illustrata da Andrea Bruno dal titolo “Come le strisce che lasciano gli aerei”. Prima di conoscere questo progetto, facciamo un piccolo passo indietro e cerchiamo di definire il mondo di Vasco Brondi. Era il 2007 quando nel mondo musicale underground italiano fa il suo esordio questo ragazzo dall’aria molto tranquilla e riservata che si cela dietro ad un nome che incuriosisce fin da subito. L’album d’esordio, pubblicato nel 2008, dal titolo “Canzoni da spiaggia deturpata”, fu prodotto da Giorgio Canali e ricevette immediatamente un grande consenso da parte della critica. Vasco Brondi è un cantautore molto particolare, racconta ciò che solitamente la gente comune fa di tutto per non vedere, racconta di giovani allo sbaraglio che hanno difficoltà a trovare due soldi per arrivare a fine mese, racconta di un mondo che stiamo vivendo ma di cui non vogliamo farne parte.
E’ subito chiaro lo stretto legame che unisce Vasco Brondi alla parola, vista come scrittura. Nel 2009, il cantautore ferrarese dà alle stampe “Cosa racconteremo di questi cazzo di anni zero”, il quale raccoglie i post del blog di Brondi assieme ad altro materiale da lui prodotto. L’anno successivo Le luci della centrale elettrica pubblica il secondo disco “Per ora noi la chiameremo felicità” che non si discosta affatto dal precedente lavoro musicale ma ne è il perfetto seguito. Eppure, seppur venga definito come l’icona della generazione attuale, a Vasco Brondi la parola generazione non sembra piacere legata alla sua poetica. E’ una forte dichiarazione d’intenti quella che l’artista propone mediante i suoi testi, è una rappresentazione a cui è difficile rimanere indifferenti, Le luci della centrale elettrica fa scattare immediatamente o un consenso totale o un dissenso estremo.
“Come le strisce che lasciano gli aerei” sembra essere, ancora una volta, in perfetta linea dei lavori pubblicati da Vasco Brondi. Si narra dell’insofferenza di tre ventenni che hanno sogni precisi ma nessuna destinazione chiara. La Coconino Press-Fandango ha dato alle stampe il primo ottobre questa graphic novel che mostra immediatamente una preponderanza di rosso, nero e bianco. Tre colori che sembrano essere il filo conduttore di tutto il lavoro, almeno dalle prime tavole rilasciate. Andrea Bruno che ha illustrato il lavoro e Vasco Brondi che ha scritto la storia sembrano voler raccontare l’universo della generazione dei giovani d’oggi. I tre protagonisti sono un’emblema di culture e sogni, purtroppo non sempre felici.
Micol è la ragazza dai capelli lunghi rossi, Rashid il nordafricano con la maglietta della nazionale italiana, Rico una felpa rossa e una grondaia sotto il braccio; la graphic novel viene presentata dallo stesso Vasco Brondi come una storia scarna, fatta di simboli e poche parole. Sembra quasi di ascoltare in sottofondo un testo de Le Luci della centrale elettrica mentre si legge la spiegazione dell’autore. “Come le strisce che lasciano gli aerei” è una storia sulle partenze, sull’ansia dovuta all’andarsene in qualche luogo non ben specificato. Andrea Bruno aggiunge che il lavoro è innanzitutto una storia di luoghi che sono stati fin da subito naturali e visibili. Un lavoro senza dubbio che merita un’occhiata o meglio, una lettura.