I Quintessenza tornano con il loro terzo lavoro titolato “Nei Giardini di Babilonia” .
La band si forma nel 1995 con il nome di X-Rated, con lo scopo di suonare brani originali mischiandoli a cover di Pearl Jam, Nirvana, Guns n’Roses. Nel 1996 il gruppo originario si ingrandisce con l’ingresso di Gabriele Moretti alle chitarre, cambia nome ma continua a coltivare musica: nascono brani inediti, all’epoca in inglese e nel 1999 vede la luce il progetto “Venere”, il primo demo cd che la band registra interamente in studio.
Dal 2000, la band si propone di far rivivere pezzi storici del rock italiano: Vasco, Ligabue, Litfiba, Negrita, Steeve R. Band, Negramaro, Timoria, e tanti altri.
Il quintetto (Gabriele Moretti,chitarre; Federico Razzi, basso e Stick; Filippo Fantozzi, tastiere; Francesco Bruchi, batteria e percussioni e Diego Ribechini, voce) esce con “Nei Giardini di Babilonia“, che comprende 13 brani per un totale di 61 minuti di musica e una serie di contenuti extra, e con cui il gruppo, per stessa ammissione dei suoi membri, si è ispirato a grandissime opere del passato come il Jesus Christ Superstar o Tommy degli Who, in particolar modo per la teatralità con cui è sviluppato l’album: “
“ogni concept album che abbiamo ascoltato negli anni ci ha lasciato un bagaglio personale e culturale che abbiamo cercato di sfruttare con i nostri mezzi e con molte licenze, dalla classica al jazz. Ad ogni modo consideriamo che ogni componente dei Quintessenza ha influenze molto diverse e sarebbe sbagliato dire che ci siamo attenuti ad un solo genere nella composizione dei brani…”
L’album è un’opera in 7 capitoli, frutto di una lunga elaborazione, come rivela lo stesso gruppo: “è un progetto più elaborato, che è nato quasi dieci anni fa e che ha visto centinaia di cambiamenti prima di vedere la luce …; c’è un alternarsi di momenti di climax (sia narrativo che musicale) e di riflessioni più intime nelle quali si sperimentano suoni ed ambienti insoliti perfino per i musical di Broadway. Certo, tutto questo non giova alla commercialità, ma certe volte si sente davvero la necessità di dimenticarsela.”
“Il racconto parla della caduta e dell’ascesa di un uomo qualunque che viene trasportato dalla propria anima in un mondo immaginario (Babilonia), dove un guardiano lo attende per iniziarlo al viaggio che deve intraprendere. Il protagonista farà così un percorso all’interno dei Giardini di Babilonia che lo condurrà a scavare nel fondo del suo Io più intimo, che lo aiuterà a liberarsi definitivamente delle proprie paure e che gli permetterà di ascendere ad una vita nuova”. Queste le parole di Diego Ribechini, cantante della band e autore del libretto che accompagna l’album.
Special guest nell’album:
Elena Alice Fossi: voce
Alessandra Caponi: flauto traverso