Una generazione colpita da un lutto musicale che di più terribili non se ne può, una schiera di fan delusi da un singolo davvero inaccettabile e un popolo musicale pronto a sparare a zero contro una delle band più acclamate degli ultimi anni: questo non è un bollettino di guerra, ma è soltanto il risultato di un singolo riuscito male. Dopo la delusione che ha colpito un’intera generazione e dopo che le aspettative sono state deluse (con un recupero davvero difficoltoso a mio avviso) gli Strokes sono tornati. Quel che fatto è fatto, ormai non possiamo tornare indietro né fare finta che sia mai esistito, ma non temete, a quanto pare in “All The Time” è racchiusa l’essenza della scena di New York dello scorso decennio. Segnati da rotture, da dissapori e da scherzetti di poco gusto, gli Strokes saranno nei negozi di dischi tra meno di 10 giorni con il nuovo album “Comedown Machine” , quinto gioiellino discografico di Julian Casablancas e compagni. Le premesse non sono state delle migliori, ma andando avanti si riesce a percepire un po’ di luce alla fine del tunnel, soprattutto se ad arrivare sono immagini di repertorio della band, di vecchi live e di quando Julian Casablancas, Nick Valensi, Albert Hammond Jr., Nikolai Fraiture e Fabrizio Moretti erano tutt’altro che una band colpita da spiacevoli litigi. Tutto questo si trova nel video del singolo “All The Time” il quale, come vi abbiamo già assicurato, rientra a pieno in quello che è stato il genere musicale indie per eccellenza.
Il singolo era già stato lanciato per caso in radio quando la RCA Records agli inizi del mese di gennaio si era permessa di darne un’anteprima a Radio Seattle 107,7 annunciando così a sorpresa uno dei ritorni più attesi dell’ultimo anno. Per il momento fate finta di non aver mai ascoltato “One Way Trigger” e aspettate ancora un po’, perché il 26 Marzo sarà disponibile “Comedown Machine“. Le scene del video ci riportano indietro nel tempo e ci fanno rivivere in maniera nostalgica i grandi successi di Is This It del 2001, Room on Fire del 2003 e i successivi album di successo che hanno fatto dei The Strokes la band simbolo per eccellenza del genere indie rock. Tutto ciò lascia un piccolo barlume di speranza anche per quel tour promozionale del quale gli Strokes non hanno ancora messo a punto nulla, noi siamo anche disposti a perdonarvi per la caduta di stile del singolo fatto con i piedi, ma per favore portateci “Comedown Machine” in tour!