In questi giorni Spotify, la popolare app che consente di ascoltare musica in streaming gratis illimitatamente ha deciso di quotarsi in Borsa. Ma, per poter diventare una S.p.A., bisogna avere dei bilanci a posto. E questo non è il caso di Spotify.
Eggià, perchè, incredibile ma vero, nonostante Spotify non abbia praticamente rivali (Apple Music e Tidal, onestamente, non reggono il confronto), i suoi bilanci sono in passivo: nonostante dal 2015 al 2017 ci sia stato un vero e proprio boom dell’azienda passata da 1,9 miliardi di euro di ricavi a 4,09 miliardi di euro, con un tasso annuo di crescita del 45%, le perdite nette erano di 230 milioni nel 2015 e di 1,23 miliardi di euro nel 2016, mentre l’anno scorso l’azienda ha chiuso con un rosso di 324 milioni di euro. Come è possibile tutto questo?
Spotify a questo punto ha fatto un’indagine e ha scoperto che c’è una grossa “attività anormale” collegata alla sua app: in pratica moltissimi utenti utilizzano delle app che consentono di modificare l’accesso su Spotify riuscendo a fruire dei contenuti Premium illegalmente, senza pagare l’abbonamento mensile da 10€/mese ed evitando di sorbirsi le pubblicità e le grosse limitazioni nell’ascolto della musica nel caso si abbia un abbonamento Free (come una qualità di ascolto più bassa e il non poter saltare la pubblicità).
A questo punto la ditta ha inviato una email a tutti gli utenti “beccati” ad utilizzare app piratate e scroccare l’account Premium che recita più o meno così: “Caro utente, abbiamo rilevato un’attività anormale sull’app che stai usando quindi l’abbiamo disabilitata. Non ti preoccupare, il tuo account Spotify è al sicuro. Se dovessimo rilevare il ripetuto uso di app non autorizzate che violano i nostri termini di servizio, ci arroghiamo ogni diritto, compreso quello di sospendere o cancellare il tuo account”.
Tutto a posto? Neanche per sogno. Gli utenti italiani non hanno digerito per niente la cosa e hanno fatto esplodere il loro malcontento su Facebook e su Google Play Store, commentando con rabbia e acredine e lasciando una sola stella nelle recensioni. Ora, al di là del fatto che queste persone hanno ammesso pubblicamente di rubare alla azienda svedese 120€ l’anno a testa, non si sono resi conto, da perfetti analfabeti digitali, di aver commentato la cosa utilizzando il proprio account Google Play, che in molti casi racchiude nome, cognome e faccia degli utenti. Ve ne mostriamo un esempio qui sotto.
Cosa aggiungere? In altri casi avrei detto nient’altro, ma questa volta vi voglio lasciare con due commenti di due utenti italiani: “Una stella e neanche meritata. 10 euro al mese per ascoltare 10 minuti di musica al giorno. ma cosa vi aspettavate? che la gente non facesse niente? e siete anche convinti di aver fatto la furbata, che tanto tra un paio di settimane torna tutto come prima, non siete solo ladri ma fare pure pena” e “Dovremo disinstallarla tutti perché non è giusto far pagare 10 euro ogni mese per un po’ di musica poi diciamocelo questa app viene utilizzata da adolescenti che la pagano con i soldi dei genitori! Invece di uscire a mangiare una pizza tocca chiudersi in casa ad ascoltare due canzoni! Ma dai io la disinstallo! Protestiamo ragazzi!”. C’è anche un utente che, dopo aver commentato negativamente, ha affermato trionfante che ha trovato il modo di crackare anche la nuova versione. Rendiamoci conto.
Ah, aggiungo un’altra cosa: solo gli utenti italiani si stanno lamentando in maniera così virulenta e ignorante. Volete ascoltare musica gratuitamente? Ci sono un’infinità di band e artisti che permettono di ascoltare la loro musica gratis su YouTube, Bandcamp e Soundcloud. Utilizzate il tempo per andare a controllare voi stessi invece che per fare queste figure.