Il padre è un nobile lombardo, la madre una cantante lirica america ipovedente. Situazione familiare che plasma in lui un modo di essere sopra le righe di chi vive la condizione delle doppia doppia identità, facendolo sentire in costante ricerca tra una cultura e l’altra, un alieno con una visione artistica duttile, particolarmente ricettiva e assolutamente unica. Eugenio Finardi lo racconta nel volume scritto a 4 mani con l’amico Antonio G. D’Errico, edito da Rizzoli. Un saggio di 238 pagine ricche della sua vita, scritte con l’immediatezza del diario e la profondità di un uomo riflessivo, lucido e schietto che non si lascia mai piegare dalle convenzioni del coro imperante.
“Spostare l’orizzonte” nasce spontaneamente dall’attitudine, ormai sviluppatasi da qualche anno negli ultimi concerti, di alternare le canzoni più famose con brevi introduzioni, ricordi e riflessioni condivise col pubblico. Dagli esordi degli anni ’70, ripercorre il cammino artistico e umano di un uomo sempre ‘contro’ per andare alla ricerca dell’essenza, di una realtà che sente davvero sua, di una identità anelata, ma che lo tiene sempre sul filo definendo in lui la dimensione della diversità, della sospensione. Parla dei grandi successi e di come ‘ci sono certe canzoni che esprimono con tutta la drammaticità la condizione in cui eravamo sprofondati’, facendo riferimento ai momenti difficili e alle ferite della sua vita. Oltre al divorzio e altre drammatiche situazioni, racconta senza reticenze del rapporto con la figlia Elettra e del suo dover fare i conti con un nuovo mondo e affrontare, da padre disperato, nuove domande sulla diversità dalle quali riaffiora la sua personalità divisa, sospesa.
Da Extra terrestre a Musica ribelle alle esibizioni alla Scala, traccia il ritratto umano e artistico di in disordinato, romantico, idealista che, come recita il titolo, cerca di spingere sempre più in là l’orizzionte per scoprire dimensioni nuove. ‘Spostare l’orizzonte’ è un passaggio obbligato di un movimento interiore affinato con il suo progetto, che nel 2008 gli ha valso il Premio Tenco come miglior interprete, su Vysotsky, cantante e poeta russo che l’orienta: ‘Trova il punto estremo e sappilo vacare e vedi di spostare l’orizzonte’.
Dannia Pavan
Autore: Antonio G. D’Errico, Eugenio Finardi
Titolo: Spostare l’orizzonte Editore: RIZZOLI Collana: SAGGI
E’ un piacere leggere un saggio che è un best-seller nell’ambito letterario e quindi nella babilonia di testi che imperversano il frastagliato mondo delle vendite..
Sono un fans di Eugenio e quel che mi spiace e’ il fatto di non averlo mai sentito parlare di questo libro. Io ho letto il libro scritto da Antonio Gerardo D’ Errico che ha saputo dare forma e contenuto a direi, delle semplici chiacchierate, tra i due.
il lavoro dello scrittore D’ Errico, a mio avviso, non emerge come invece dovrebbe essere e di cio’ me ne rammarico, tantomeno Eugenio nelle trasmissioni televisive abbia riconosciuto allo scrittore D’ Errico i meriti dovuti.
E’ un libro che va valorizzato, perché come ben scrive Tullio, non il solito libro questo e’ un testo scritto da un autore di meritato successo: Antonio G. D’ Errico. Invito ad intervistare l’autore alla mail [email protected] il quale ha sempre risposto alle mie mail.Anzi mi ha anche accennato che a breve uscira’ per l’ editore Falco di Cosenza, una storia attuale sui migranti: Shakk Il mediterraneo che scoppia … Non vedo l’ora di averlo tra le mani l’ho gia’ prenotato. Vi invito aldila’ di qualsiasi interesse a leggere questo autore Antonio G. D’ Errico che e’ molto bravo.