Sorrentino e David Byrne: la musica al centro di “This must be the place”

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This must be the place - copertina

Lo devo andare a vedere, devo assolutamente andare a vedere questo film! This must be the place“, il nuovo lavoro di Paolo Sorrentino di produzione americana e nelle sale a partire dal 14 Ottobre prossimo. Ce ne occupiamo anche qui su MelodicaMente, perchè la storia è incentrata sulla musica ed anche la colonna sonora è di notevole rilievo, come vi dirò.

this must be the place
This must be the place - copertina
Che la musica non sia un elemento marginale, un semplice accessorio in questo film, già si capiva dal titolo: “This must be the place” è il titolo di una canzone dei Talking Heads del 1982 e contenuta nell’album “Speaking in Tongues”, uscito l’anno successivo. Ed anche il fatto che il personaggio protagonista, interpretato da uno degli attori che più amo, Sean Penn, sia un musicista rock caduto in disgrazia è ulteriore indizio del legame film-musica. Ma il legame con i Talking Heads non si è fermato al dare ispirazione per il titolo, ma è andato ben oltre: Sorrentino ha avuto a disposizione cast e collaboratori di eccellente qualità (oltre Penn ha partecipato Robert De Niro, ma anche Frances McDormand e Eve Hewson, la figlia di Bono Vox) e colonna sonora non è stata da meno. E’ stato chiamato a comporla proprio colui che 29 anni fa ha scritto la canzone che dà il titolo al film: David Byrne, cantante dei Talking Heads (uno dei gruppi che più hanno segnato ed influenzato la vita di Sorrentino), ha collaborato assieme a Will Oldham per le musiche originali. Ma non solo, il regista nostro orgoglio italiano lo ha inseirto in un cammeo all’interno della pellicola , in cui Byrne interpreta se stesso. Molte musiche appositamente composte per l’occasione, ma anche altre storiche che accompagnano lo spettatore in questo viaggio, tra cui la mitica “The Passanger” di Iggy Pop. Brevemente la trama: Cheyenne, il protagonista, è un ex rocker in crisi alla soglia dei 50 anni, si trucca e veste come Robert Smith, il cantante dei Cure, vive a Dublino ed ha sulle spalle il peso di due fan suicidatisi a seguito delle sue canzoni depresse e di odio verso il mondo. Il padre è stato torturato da un soldato nazista ai tempi dell’Olocausto, alla sua morte Cheyenne ne scopre il nome e che si è trasferito negli Stati Uniti, parte quindi alla ricerca di quest’uomo, non ancora deciso se a perdonare (l’altro e se stesso) o a vendicarsi. Un film che promette bene sotto più punti di vista, in molti sentono odore di statuetta alla prossima edizione degli Oscar, chi ha avuto modo di vederlo in anteprima ne è rimasto folgorato e poi con un autore come David Byrne a curare le musiche si va sul sicuro, sarà anche un piacere per le orecchie. L’incursione nel cinema finisce qui. Non so voi, ma venerdì prossimo mi trovate al cinema a vedere “This must be the place” e appena possibile correrò a comprare il cd della colonna sonora: garantisce David Byrne!

4 COMMENTS

  1. Un incontro di celebrità planetarie e soprattutto la loro co-produzione aiutano a portare meglio gli ottanta anni dello scrivente. A Paolo Sorrentino che ha “composto” questa carrellata di Geni il caloroso grazie da uno del…Reame.

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