Questo pomeriggio MelodicaMente ha fatto una chiacchierata con i Sonohra band composta dai due fratelli Luca e Diego Fainello che da sempre hanno proposto la loro musica, cambiando e maturando fino ad arrivare a questo nuovissimo lavoro “La storia parte da qui” che vedrà la luce il prossimo 15 maggio 2012. Una attesa, quella del lavoro dei Sonohra, molto sentita da parte dei fan della band che non vedono l’ora di poter sentire e approfondire mediante i live questo nuovo prodotto discografico. Il disco è stato anticipato da “Si chiama libertà”, un singolo molto sentito definito come “la vita è un viaggio e la musica, nostra compagna fedele, le dà forma”.
MelodicaMente ha approfondito meglio proprio questo nuovo album “La storia parte da qui” che ha visto la masterizzazione ai famosi Sterling Sound Studios di New York di Ted Jensen. La band, comunque sia, nel suo background ha molte collaborazioni degne di nota e una volontà di continua sperimentazione. Ecco i punti salienti che sono emersi dalla nostra chiacchierata con i Sonohra.
E’ il primo lavoro che autoproduciamo noi, questo lavoro lo abbiamo pensato e abbiamo avuto la fortuna di lavorare anche con molti personaggi importanti della scena italiana e non. Un disco che sentiamo ci rappresenti totalmente e che, riascoltandolo in questo anno di lavorazione appare molto diverso dai nostri precedenti lavori.
Delle tredici tracce che compongono il disco, c’è qualche canzone che riveste un’importanza particolare per voi?
“Il cielo è tuo” (seconda traccia del lavoro n.d.r.) è una traccia molto importante ma anche “Il re del nulla (feat. Michael Adrian)” è un brano che rappresenta una lotta verso il nulla e che contiene un significato esistenziale”.
Il disco è stato masterizzato agli Sterling Sound Studios di New York da Ted Jensen, un personaggio che ha lavorato con artisti come Muse, Madonna, passando per Norah Jones. Come è stata l’esperienza di lavoro con lui e complessivamente l’esperienza newyorkese?
Una esperienza bellissima perché basta vedere il suo curriculum per vedere che ha lavorato con i più grandi artisti al mondo, un personaggio molto alla mano che posso solo giudicare positivamente. Siamo rimasti molto soddisfatti di come il disco sia stato masterizzato e del risultato finale.
Passiamo ora al singolo di lancio: il vostro album “La storia parte da qui” è stato anticipato da “Si chiama libertà”, un singolo sicuramente molto d’impatto che è stato definito come una conquista della libertà nel senso ampio del termine. Da cosa è nata la scelta di utilizzare questo come primo singolo del disco e soprattutto cosa questa canzone rappresenta per voi?
Un brano che era perfetto per rappresentarci, anche pensando al nostro pubblico. Una canzone che era in grado di rappresentare il nostro album totalmente e che vede la partecipazione di Hevia, suonatore di cornamusa che ha trasmesso molto all’atmosfera del brano.
Il videoclip del singolo “Si chiama libertà” è stato girato dal regista Gianluca Montesano a Matera. Da dove nasce l’idea di girare il video nel Parco delle Chiese Rupestri?
Matera ci ha davvero colpito per un paesaggio fantastico e abbiamo trovato che rappresentasse ancora una volta pienamente, noi e Calu, il regista, questo brano. Anche in questo caso siamo stati soddisfatti del lavoro una volta terminato.
Presto inizierà il vostro instore tour a supporto proprio di “La storia parte da qui”. La vostra storia dice che la dimensione live è una delle parti che avete sempre cercato di preservare e elevare. Come vi aspettate sia questo tour? Avete qualcosa in progetto, a riguardo?
In questi giorni siamo proprio alle prese con le prove di questo tour e garantisco che ci sarà molto da vedere. La dimensione live ti avvicina al pubblico avendo un contatto diretto e ciò è emozionante.
Se doveste pensare alla scena musicale italiana attuale, quali pensate siano le vostre influenze? E se doveste pensare ad una dimensione internazionale?
Del panorama attuale Negramaro, Subsonica, artisti con cui sarebbe un sogno collaborare. Puntando in alto Nickelback, Muse.