“Fargo”, la serie tv, stagione tre, episodio uno. A un certo punto parte “Prisencolinensinainciusol” e pensi che ci sta proprio bene. Così negli USA potranno (ri)conoscere Adriano Celentano.
È così che, di tanto in tanto, il pezzo torna in auge. Una volta è un remix, una volta lo ripropone Celentano insieme a Mina ma comunque non passa mai di moda. Quando è nato “Prisencolinensinainciusol” era il 1972. Epoca di ribellioni, anche per Celentano, per il quale questa canzone rappresentava una ribellione alle convenzioni musicali. Gli era venuto in mente in sala studio, decise di scrivere un testo nonsense, che avesse delle assonanze con l’inglese (ol rait?). L’inglese piace sempre un po’ di più e, per dirla come Celentano, è rock. La canzone fece da apripista, in qualche modo, a quello che diversi anni dopo sarebbe diventato un genere di tendenza, tutt’oggi apprezzato: l’hip-hop.
Due anni per trovare il vero successo
“Prisencolinensinainciusol” è in grammelot, stile molto apprezzato in ambito teatrale, diventato simbolo dell’arte di Dario Fo ma utilizzato ampiamente anche in altri settori, cinema incluso. Il testo di Adriano Celentano in sostanza non dice niente ma pone l’accento sull’assenza di comunicazione tra persone. O almeno questa è la versione che lo stesso Celentano ha dato qualche anno dopo il successo del suo pezzo, pubblicato nel 1972 nel 45 giri che conteneva “Disc Jockey” nel lato B. Nel 2016 Adriano Celentano è tornato a collaborare con Mina, selezionando anche “Prisencolinensinainciusol” tra i brani da rivisitare. È stato rifatto anche il video, che ha come protagonista la stella mondiale della danza Roberto Bolle. In più dj come Molella e Fargetta lo hanno ripreso per dei remix.
Nonostante sia molto apprezzato, “Prisencolinensinainciusol” all’epoca del suo debutto non ebbe un successo immediato. Nel 1973 Celentano lo inserì nell’album “Nostalrock” e fu utilizzato come sigla del programma radiofonico “Gran Varietà”. Le sigle variavano ogni tre mesi, tra gli altri nomi illustri della musica italiana compaiono anche Mina (Sono come tu mi vuoi) e Ornella Vanoni (L’appuntamento, tra le altre). Altre due trasmissioni ebbero “Prisencolinensinainciusol” come sigla: “Formula due” e “Mille luci”, per volontà dello stesso Celentano che, finalmente, riuscì a renderlo un brano di successo. In molti paesi d’Europa, infatti, la canzone era già stata ampiamente apprezzata ma in Italia non ancora. Sarà stata troppo avanti per i gusti dell’epoca, ma in due anni il suo autore riuscì a cambiarne le sorti trasformandola in uno dei pilastri della storia della musica italiana.
La storia che sta canzone possa in qualche modo avere a che fare con la nascita dell’hip hop e del rap afroamericano, é una di quelle leggende messe in giro, con una certa presunzione, dalla critica italiana per darsi un certo tono.
Quel sound nasce si negli anni ’70, ma arriva dal ritmo della musica di James Brown, dal soul, dal funky, e soprattutto nasce dalla rabbia e dall’orgoglio dell’emarginazione dei ghetti.