“In Utero” è il terzo e ultimo album dei Nirvana e usciva il 13 settembre 1993. Di lì a poco Kurt Cobain si sarebbe tolto la vita (aprile ’94), diventando non solo un simbolo del grunge ma un vero e proprio punto di riferimento e l’idolo di intere generazioni. All’epoca della registrazione di “In utero”, i Nirvana – composti da Cobain, Dave Grohl e Krist Novoselic – avevano intenzione di creare un album dai suoni più grezzi rispetto al precedente lavoro, “Nevermind”. Per questo ingaggiarono Steve Albini e si rinchiusero al Pachyderm Studio di Cannon Falls, in Minnesota. Nonostante l’enorme successo avuto, prima della pubblicazione la DGC Records decise di andarci cauta con la pubblicazione di un album che, per tematiche e sound (e copertina), sarebbe sicuramente risultato controverso. Tra le tracce dell’album ci sono alcuni dei pezzi più celebri dei Nirvana, come “All Apologies”, “Pennyroyal Tea”, “Dumb” e “Rape me”. La terza traccia di “In Utero” è “Heart-Shaped Box”, brano a cui Kurt Cobain stava lavorando già dal 1992.
Quella di Cobain rimane una figura su cui si è speculato per lungo tempo (e si continua a farlo). La sua vita e la sua storia, affiancati alle sue canzoni, possono essere sottoposte a tutte le interpretazioni possibili. Motivo per cui per ogni pezzo, incluso “Heart-Shaped Box” esistono diverse versioni e questo, almeno in parte, ha contribuito a mantenerne il successo nel tempo. Per i motivi già detti, la DGC optò per una promozione “cauta” dell’album e il primo singolo scelto fu proprio “Heart-Shaped Box”. Non ci fu una diffusione mainstream della canzone, la casa di produzione mandò alcune copie alle radio dei college e alle radio alternative negli USA. La canzone riuscì in ogni caso a raggiungere le posizioni più alte della Billboard Modern Rock, prima al numero 7, per poi arrivare in prima posizione. Dall’altra parte dell’oceano era già un successo.
La storia del testo
All’epoca in cui scrisse “Heart-Shaped Box”, Kurt Cobain era alle prese con la sua dipendenza da eroina e la relazione con Courtney Love, fatta di alti e bassi. La loro storia è sempre stata fortemente mediatica ed anche contestata, al punto che c’è tutt’oggi chi ritiene responsabile la Love per la morte del frontman dei Nirvana. Kurt Cobain e Courtney Love si erano sposati alle Hawaii nel febbraio 1992 e nell’agosto dello stesso anno diventavano genitori di Frances Bean. Sempre in quell’anno, mentre già l’attenzione sulla coppia era già molto alta, alcune dichiarazioni di Love fecero molto scalpore. La cantante delle Hole dichiarò, in un’intervista a Vanity Fair, di aver fatto uso di eroina mentre era incinta. Si scatenò un vero e proprio caso e la cantante cercò di correre ai ripari, specificando che la frase era stata riportata in modo scorretto e di aver interrotto l’uso della sostanza non appena saputo della gravidanza. Tuttavia, la relazione tra lei e Cobain è tutt’ora considerata un simbolo di eccessi e viene associata alla dipendenza da eroina.
“Heart-Shaped Box” è nata in un anno particolarmente intenso per Cobain, anche per quanto riguarda la sua vita di coppia. Iniziò a lavorare alla scrittura, per poi dimenticarsi della canzone, inizialmente intitolata “Heart-Shaped Coffin”, per un po’. Love, qualche tempo dopo, raccontò di aver chiesto al marito di poter usare il ritornello dopo averglielo sentito cantare mentre era rinchiuso nell’armadio della loro camera, ma la risposta che ricevette non fu esattamente quella che si aspettava di sentire (“fuck you!”). La nascita del singolo vero e proprio fu lunga e difficile, perché i Nirvana sembravano non riuscire a completarla durante le loro sessioni in studio. La versione demo fu registrata in Brasile nel gennaio 1993 e fu, di fatto, la prima canzone registrata dell’album “In Utero”. Tutti sembravano essere poco convinti del risultato finale, ma poi è stato il pubblico a spazzare via ogni dubbio.
Una delle versioni sulla genesi del brano è stata data proprio da Kurt Cobain al biografo Michael Azerrad. Gli disse di averci pensato dopo aver visto un documentario sui bambini con cancro. “I wish I could eat your cancer when you turn black” (Vorrei poter mangiare il tuo cancro quando diventi nera) è uno dei versi più celebri del brano e potrebbe giustificare la dichiarazione di Cobain; d’altra parte, la parola “cancro” è stata interpretata come il segno zodiacale di Courtney Love, visto che all’inizio del brano Cobain cita il suo segno, quello dei Pesci. Azerrad non fu molto convinto dalla versione datagli dal cantante dei Nirvana e la maggior parte degli esperti è d’accordo nel pensare che la canzone parli del tormentato rapporto tra Cobain e Love. Sarebbe incentrato, in particolare, sul periodo in cui vissero praticamente rinchiusi in casa, prigionieri della loro dipendenza da eroina. Nella biografia “Più pesante del cielo”, riferendosi proprio alla frase appena citata, Charles Cross scrisse che era il modo più contorto che un cantante avesse mai scelto per dire “ti amo”. Parlando del ritornello, invece, Cobain disse di riferirsi ai media e al mondo in cui trattavano lui e la sua musica. Un’altra versione di questa storia, invece, vuole che questa frase sia stata estrapolata da un biglietto che Cobain aveva scritto proprio a Courtney Love.
Molti anni dopo l’uscita di “Heart-Shaped Box”, è arrivata un’inattesa rivelazione da parte di Courtney Love sulla genesi del brano. Nel 2012 Lana Del Rey ne fece una sua versione durante un concerto a Sydney, Australia ma Courtney Love non la prese benissimo. Love twittò scrivendo che la canzone in realtà parla della sua vagina, “la prossima volta che la canti, pensa alla mia vagina”. In seguito, ha cancellato i tweet e Del Rey ha evitato di alimentare la polemica, senza rispondere alle provocazioni della collega. La verità su come sia nato questo brano, probabilmente non si saprà mai oppure possiamo pensare che stia nel mezzo. Quel che è certo, è che il successo dura tutt’oggi e che oltre a Lana Del Rey, altri artisti ne hanno fatto una cover, tra cui gli Evanescence e la versione strumentale del compositore Ramin Djawadi in “Westworld”.
Dal video alla letteratura horror
Degno di nota è anche il video della canzone, che inizialmente sarebbe dovuto essere diretto da Kevin Kerslake. Aveva già collaborato con i Nirvana per altri lavori, tra cui “Lithium” e “Come as you are”, e aveva già sviluppato alcune idee, ma alla fine la scelta ricadde su Anton Corbijn, che all’epoca aveva già diretto con successo “Enjoy the silence” dei Depeche Mode e “One” degli U2, tra gli altri. Il video, come la canzone, fu un enorme successo ma nel frattempo Kerslake decise di fare causa ai Nirvana per violazione di copyright, poiché sosteneva che l’idea originale per il video era stata sua e non di Cobain.
“Heart-Shaped Box” è stata fonte d’ispirazione per Joe Hill (figlio di Stephen King) per la stesura di un suo romanzo, da cui prende anche il titolo. Hill ha raccontato che in realtà l’associazione fu casuale, perché mentre scriveva la scena della consegna di un pacco al protagonista, stava ascoltando proprio questa canzone. Dopo aver scritto il libro, però, si è reso conto che alcuni elementi coincidevano con la vita e l’arte di Kurt Cobain e soprattutto il suo modo di esprimere il proprio dolore al mondo. In Italia il libro è stato pubblicato col titolo de “La scatola a forma di cuore”, è uscito nel 2007 e racconta la storia di una rockstar che ha una passione particolarmente macabra, a cui viene recapitata una scatola a forma di cuore. Da quel momento, nella sua vita e nella sua casa avvengono strane cose. Stiamo parlando del figlio di Stephen King, per cui se vi state chiedendo di che genere sia il romanzo, la risposta è ovvia: horror.
Foto di copertina di Mitchell Luo