Simone Cristicchi, Peter Pan vintage in “Album di famiglia”

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Simone Cristicchi | © MelodicaMente

Ieri, mercoledì 30 Gennaio 2013, Simone Cristicchi, concorrente tra i Campioni di Sanremo 2013, ha presentato il suo nuovo disco “Album di famiglia”, il quarto in studio per lui, che sarà rilasciato a partire dal prossimo 14 Febbraio. MelodicaMente lo ha incontrato ed ha avuto modo di parlare con lui del lungo lavoro che ha portato alla nascita di questo nuovo lavoro e di ascoltare i brani della tracklist, comprese le due canzoni che il cantautore romano presenterà al prossimo Festival della Canzone Italiana. Un album intimo, come lo stesso Simone lo ha definito, spoglio di fronzoli, essenziale negli arrangiamenti, composto al pianoforte e arricchito di archi, fisarmoniche e un tocco di musica da banda. Intimo per i temi trattati, che esplorano le zone più profonde dell’uomo, di quell’uomo che è parte della grande famiglia che è l’umanità. Intimo perché registrato nella piccola sala d’incisione che Cristicchi ha costruito nella sua casa, lasciando in sottofondo il rumore dei piatti lavati, i vagiti della figlia e le porte che sbattono. Intimo sì, ma geniale.

Simone Cristicchi | © MelodicaMente
Simone Cristicchi | © MelodicaMente

Anche in questo lavoro, come nei precedenti, troviamo alternarsi gli elementi caratteristici dello stile di Simone Cristicchi: romanticismo e delicatezza da un lato, ironia graffiante dall’altro. Vediamo declinarsi questi due aspetti nelle tracce di tutto “Album di famiglia”, e veniamo trascinati tra risate e commozione per tutta la durata dell’ascolto.

Ogni brano è un piccolo cortometraggio in musica, racconta una storia, contiene un messaggio, talvolta veicolato da humor sottile, mai di cattivo gusto. Atmosfere retrò, sapori di altri tempi, si respira aria di quel cantautorato vecchia scuola, di cui Simone Cristicchi rivela di sentirsi un erede, definendo grandi quali Dalla o Endrigo i suoi padri putativi.

Queste atmosfere vengono particolarmente fuori nei due brani sanremesi, “Mi manchi” e “La prima volta (che sono morto)”. Filastrocca degli anni 2000 la prima, piena di similitudini con immagini del quotidiano, carica di parole, più irriverente e dai tratti nostalgici la seconda, dove Cristicchi immagina di morire improvvisamente e di andare ad esplorare l’aldilà, rimpiangendo ciò che non è riuscito a terminare in vita. Due brani che esprimono tenerezza, seppur declinata in modi opposti, e gioia di vivere (dopo tutto, è proprio nella morte che paradossalmente si esalta la vita). Ma anche due brani d’altri tempi:

Sono due canzoni vintage, sembrano tirate fuori dalla naftalina. Hanno lo stesso odore degli armadi dei nonni e vorrei che questo aspetto venisse messo in risalto anche a Sanremo con le luci o la scenografia.

Così, ce li ha raccontati, con quel suo modo da eterno Peter Pan che lo caratterizza.

Simone Cristicchi | © MelodicaMente
Simone Cristicchi | © MelodicaMente

Molte le tematiche affrontate in questo “Album di famiglia”: dalla storia tormentata e carica di violenza di Laura Antonelli in “Laura” agli emigranti istriani in “Magazzino 18” (che sarà trattato nel suo prossimo spettacolo teatrale con prima al Teatro Rossetti di Trieste il prossimo 22 Ottobre), fino alla questione dell’immigrazione in “Cigarettes” (il brano forse più geniale del disco, che vede un piccolo cammeo di Nino Frassica) e alla chiusura dei teatri in Italia in “Il sipario”.

Simone Cristicchi racconta tanto dell’album e di sé, del suo sogno di voler parlare ai bambini, della copertina del disco che vede il figlio Tommaso di 5 anni nei panni di art director, dei suoi pubblici, quello più adulto dei teatri, quello che “non ti abbandona mai”, e quello più giovane e sfuggente dei concerti.

Gli domandiamo come si possa a rimanere credibili nonostante si racconti il mondo con ironia: ci risponde che non è facile, spesso è stato al centro di equivoci, ma alla fine il messaggio, quello vero, riesce sempre a penetrare.

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