La SIAE, la Società Italiana per Autori ed Editori che gestisce in Italia i diritti di autore di tutta la musica trasmessa sui network digitali e radiofonici, sarebbe sulla bancarotta. O almeno è questo quello che dice la relazione del Commissario Straordinario Gianluigi Rondi e il suo bilancio numero 130.
La relazione che, oltre ad essere un quadro impietoso della situazione della società italiana, è anche un profondo je accuse sulla gestione della stessa negli utlimi anni, vista la sua apertura a dir poco al vetriolo:
Le scelte strategiche operate dalla Gestione commissariale, soprattutto in materia di revisione dei contratti collettivi, patrimonio immobiliare, Fondo di solidarietà, Fondo pensioni per il personale di ruolo S.I.A.E., sono state in ampia misura atto dovuto in risposta a vuoti decisionali o carenze organizzative che, ove non rimediati, avrebbero potuto definitivamente porre a serio rischio un qualunque equilibrio dei conti della Società, al pari di ogni relativa prospettiva di stare al passo con i tempi.
In pratica, chi ha gestito la società fino ad ora lo ha fatto talmente male da porne in dubbio addirittura la sopravvivenza, imponendo alla nuova gestione commissariale interventi urgenti e straordinari, che cerca di disegnare un futuro che al momento però non c’è, anche se si è passati da un bilancio di oltre 18 milioni di euro nel 2010 in negativo ad uno in positivo: purtroppo però il bilancio 2011 è gonfiato da proventi non ordinari per quasi 50 milioni di euro, ed allora si è tentato il tutto per tutto, come la vendita, o sarebbe meglio dire la svendita del credito vantato verso la Lehman Brothers al 31% del suo valore nominale e la vendita del patrimonio immobiliare SIAE per fondare un Fondo, il Fondo Norma, fondo dalle infinite polemiche.
A tale proposito Rondi difende l’intera èperazione:
L’operazione condotta a proposito del patrimonio immobiliare è la stessa che, proprio in questi giorni, il Governo del Prof. Monti ha annunciato a proposito del patrimonio pubblico quale misura centrale per l’ulteriore sistemazione dei conti pubblici e per la crescita del Paese.
Nei prossimi anni, complice anche la nuova legislazione europea, la Siae perderà tutti i privilegi che le derivano dall’essere monopolista di Stato, quindi non ci saranno più esclusive per l’intermediazione della copia privata e nel rilascio del contrassegno, per le convenzioni decennali con altri enti pubblici, per i proventi finanziari a 6 zeri.
Così, in queste condizioni, la Siae non potrà sopravvivere (e non sarebbe sopravvissuta neanche quest’anno): se prendiamo il bilancio 2011 e sottraiamo dal risultato i quasi 50 milioni di euro dovuti ad operazioni immobiliari e finanziarie, i 40 milioni derivanti dai servizi affidatile in convenzione, i 10 milioni di proventi finanziari e i 10 milioni incassati a fronte di servizi di vidimazione, ci si ritrova con un bilancio negativo per oltre 100 milioni di euro che rappresenta la prospettiva alla quale la Siae andrà incontro nei prossimi anni. Siamo alla fine?