Sfregiato il graffito dedicato al rapper MC Prodigy dei Mobb Deep

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Il rapper di New York MC Prodigy, appartenente alla crew Mobb Deep, è morto un mese fa a soli 42 anni dopo essere stato ospedalizzato parecchi giorni fa per delle complicazioni dovute ad un’anemia falciforme. MC Prodigy, il cui vero nome era Albert Johnson, era stato ricoverato a Las Vegas per delle complicazioni dovute ad una crisi dell’anemia drepanocitica, una malattia contro cui lui combatteva dall’infanzia. La sua morte è stata confermata anche se sono ancora ignote le cause della morte.

Nel popolare quartiere di Queensbridge era stato creato un murales dagli artisti di strada Jeff Henriquez ed Eli “Eli Eos” Lazare per ricordare il rapper e subito poche ore dopo la sua creazione era stato devastato da alcuni vandali: dopo 15 ore di duro lavoro Henriquez e Lazare lo avevano restaurato e rimesso a posto, ma non è servito, dato che qualcuno nella notte ha pensato di lanciare una grossa secchiata di vernice nera contro l’opera che si trova sul muro dell’Urban Upbound Building a cavallo tra la 13esima Strada e la 40esima Avenue a New York. La secchiata ha indelebilmente coperto la faccia del rapper e il suo braccio sinistro.

A darne notizia è stato il fotografo Raphael Gonzalez, che aveva documentato il lavoro dei creatori del murales e che aveva condiviso la foto del lavoro elogiando Henriquez e Lazare per i loro sforzi: “Il tributo a Prodidy non esiste più ed è stato inondato di nero. Massimo rispetto a Henriquez e Lazare per il loro duro lavoro e la loro dedizione, perchè hanno ricevuto un sacco di amore e rispetto dalla comunità e sono dei veri artisti.”

Mentre un sacco di persone si dichiara oltraggiata dal gesto di mancanza di rispetto, Henriquez non è sorpreso dalla cosa, così come dichiara su Instagram: “Mi aspettavo tristemente che il murales venisse colpito di nuovo. Ma non mi interessa. Quello che abbiamo fatto oggi rappresenta la resilienza di una comunità e il profondo amore che proviamo per un uomo. Sono onorato dal fatto che qualcuno mi abbia commissionato l’opera.”

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