Il suo nome, Macklemore, probabilmente dirà poco o niente al pubblico italiano. Il titolo del suo ultimo singolo, “Thrift Shop”, potrà cominciare ad essere più familiare alle nostre orecchie, ma basta ascoltarne pochi secondi per capire subito di che cosa stiamo parlando. E’ il nuovo fenomeno del momento: una canzone partita in sordina, arrivata nel nostro Paese dagli Stati Uniti con qualche mese di ritardo rispetto alla data di pubblicazione in patria, ma che sta spopolando nelle radio e nei canali televisivi musicali. Un ritmo pressante, che rimane subito in testa, un ritornello che si fissa nel cervello come solo i migliori tormentoni sanno fare.
“Thrift Shop” è stata scritta da Ben Haggerty (vero nome di Macklemore) e prodotto da Ryan Lewis, che con questo rapper di Seattle ha stretto un forte sodalizio artistico che si protrae da ormai un paio d’anni. A completare la formazione d’attacco che sta conquistando l’Italia con questo nuovo tormentone è Wanz, la voce calda e profonda che interviene nell’inciso.
Ritmo trascinante, un video divertente, la presenza scenica di Macklemore che è in grado di accentrare totalmente su di sé l’attenzione di chi guardi il videoclip: tutto questo rende “Thrift Shop” un brano fresco, divertente, irresistibile.
Proprio il videoclip, che vi mostriamo al termine dell’articolo, è un concentrato di assurdo e surreale, che si allinea perfettamente al testo del brano. In questa canzone, infatti, Macklemore ha voluto affrontare a suo modo la questione delle mode che omologano i giovani a tanti soldatini vestiti tutti allo stesso modo, facendo oltretutto pagare loro cifre astronomiche per i capi che indossano. Meglio un negozio dell’usato (il thrift shop del titolo), dove puoi trovare di tutto a poco prezzo ed essere sempre originale.
Originale come lui, Macklemore, che nel video si mostra con maglie, cappotti e persino pigiami insoliti, per così dire, suscitando il riso e il divertimento, ma convincendo con un rap forte e d’impatto. Con dei presupposti del genere e con una canzone del genere, la “mania” è appostata dietro l’angolo.