Scisma: “Mr. Newman”. La recensione

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In Italia negli anni Novanta avvenne un piccolo capolavoro: venne alla ribalta un gruppo italiano assolutamente sconosciuto, gli Scisma, che vinse la Targa Tenco con il suo disco d’esordio “Rosemary Plexiglas” e che si fece conoscere da tutto il panorama musicale italiano anche con il successivo disco, “Armstrong“, trainato da un singolo come “Tungsteno”, uno dei dischi italiani più belli di tutti gli anni Novanta.

Da allora la band è entrata in stand-by ed ha deciso di prendere strade differenti “per troppo amore“, come dicono loro: Paolo Benvegnù ha cominciato la sua carriera solista fondando la corrente dell’Ipersensibilismo mentre gli altri hanno preso percorsi anche distanti dalla musica. Da anni i fans della band chiedevano a gran voce una reunion e c’era stato un concerto-reunion lo scorso anno che aveva fatto sperare in un ritorno sulle scene della band italiana, nonostante le smentite di Benvegnù.

Quel giorno è infine arrivato e gli Scisma sono tornati in studio di registrazione per incidere questo EP, “Mr. Newman“, pubblicato dalla etichetta indipendente Woodwormlabel e composto da sei canzoni e anticipato dal singolo “Musica elementare“. La formazione non è più la stessa, con le assenze di Danilo Gallo alla chitarra e Diego De Marco alla batteria rimpiazzati rispettivamente da Alessandro Stefana e Beppe Mondini, ma per il resto ci sono tutti: Paolo Benvegnù alla voce e chitarra, Michela Manfroi alle tastiere, Sara Mazo alla voce e chitarra e Giorgia Poli al basso. Quindi gli ingredienti c’erano tutti per un ritorno alla grande.

Eppure… eppure, dopo aver ascoltato il disco per bene più di una volta, ti assale una sensazione strana. Tu hai comprato un CD degli Scisma e quello che ascolti è in tutto e per tutto un CD degli Scisma, senza nessuna ombra di dubbio. Il problema è che, dopo la carriera solista di Benvegnù che aveva partorito piccoli capolavori come “Il mare verticale“, “Cerchi nell’acqua” e “Johnnie e Jane“, solo per citarne alcuni, molti speravano che l’esperienza da solista del cantante venisse travasata nei nuovi Scisma in modo tale da dare origine ad una nuova creatura musicale più matura e che colpisse l’ascolto di tutti gli italiani. E invece no, questo passaggio non c’è stato, ed è lo stesso Benvegnù ad accennarlo in un’intervista: “Pensa per un attimo a tutte le nuove consapevolezze che hai acquisito negli ultimi anni di carriera e di vita: pensi che sarebbe utopistico metterle al servizio di una reunion degli Scisma?”. “Penso di sì. Ho perso l’ansia del compromesso e questo certo non aiuta a ritrovarsi.” Mai parole furono più profetiche.

scisma mr.newman
Scisma – “Mr. Newman” – Cover

Mr. Newton: il giudizio

Certo, stiamo comunque parlando di un ottimo ritorno, segnato dal brano di apertura, “Mr. Newman“, che è dannatamente in stile Scisma e fa quasi gridare al miracolo per la commozione. Le lacrime comunque escono subito dopo con la ballad “Neve e resina“, un pezzo d’amore struggente dove la chitarra e la voce regnano in maniera incontrastata. Ci ricordiamo di avere per le mani un disco della premiata ditta Benvegnù-Mazo anche con il terzo brano, “Darling! Darling!“, con le sperimentazioni musicali e linguistiche tanto care al gruppo. L’unico neo dell’album forse è proprio nel singolo “Musica elementare“, secondo me il brano meno riuscito del disco, quasi svogliato nel suo incedere: l’EP ritorna poi ampiamente sopra la linea di galleggiamento con il sofisticato pop di “Metafisici” per chiudersi con la romantica ballata “Stelle, stelle, stelle”, aperta e chiusa da una telefonata ironica e poetica.

Che dire di più? In molti speravano in questo ritorno e credo che in tanti rimarranno contenti di questo “antipasto“. E sì, perchè “Mr. Newman” non può essere considerato un vero e proprio ritorno ma più propriamente un assaggio di un futuro musicale che siamo certi ritornerà. Perchè, come cantano in “Neve e resina“niente cambia e niente ha fine”.

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