Scarlet’s Walk: “Transparency Ep”. La recensione

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Skarlet's Walk - Transparency EP - Artwork

L’avanguardia musicale nasce con la necessità di raccontare nuove forme della realtà, servendosi di strumenti altrettanto avanzati, solo per il gusto di adeguarsi ad una nuova epoca musicale. Dagli anni 80 ad oggi la musica elettronica ha subito una metamorfosi straordinaria, e partendo da pochi effetti e dalla nascita dello straordinario strumento chiamato sintetizzatore, oggi è davvero possibile ricorrere ad escursioni musicali di grande impatto emotivo, poco melodici molto suggestivi. Scarlet’s Walk è il progetto musicale di Linda FranceschiniLuca Lorenzi e Marco Ricci, è la miscela di un suggestivo racconto vocale ad opera della parte femminile, perfettamente lanciata in ambientazioni elettronicamente oniriche dalla parte maschile in collaborazione con altri musicisti. Analizzando “la partenza musicale” è inevitabile ricorrere a paragoni, per cui Scarlet’s Walk ci riporta immediatamente ad un duo Canadese che ormai da un po’ di anni cavalca la scena elettronica mondiale, servendosi di urla e salti forsennati. In questo caso saranno poche le urla, anzi, il ritmo danzereccio piuttosto insistente viene accompagnato delicatamente dalla voce di Linda, come in “Intrusion”, brano dal sussurrato racconto di immagini lontane e realtà sintetiche fluttuanti. Non la solita elettronica, ma un genere che racconta di più, un EP che si spinge ad immergerci nei racconti di questa delicata voce femminile così accattivante e così sognante.

Skarlet's Walk - Transparency EP - Artwork
Skarlet’s Walk – Transparency EP – Artwork

La musica rimane quasi costantemente ferma sul concetto si un synth-pop meno spinti al rock e più spinti al dancefloor. “Laws Of Art” sembra quasi la trasposizione femminile di Dave Gahan, complice il canto caldo e avvolgente, interrotto immediatamente dai remix di “White Waterfalls” e “Flowers in my soul” inseriti alla fine del disco ad opera di The Smokers, Casa del Mirto e Nicola Belli. Una partenza del genere getta le basi per un buon principio di discografia differente e poco sviluppato in Italia se si pensa al successo che i Crystal Castles hanno avuto in poco tempo a livello internazionale. L’energia di questo genere musicale però non finisce al banco di lavoro ma si riflette nelle performance live ad alto tasso energetico, alla capacità di coinvolgere in maniera consistente un pubblico esigente e alla capacità di sapersi vendere all’estero. I presupposti ci sembrano suggerire che in fondo Scarlet’s Walk potrebbe spingersi oltre varcando i confini nazionali, c’è solo da analizzare i successivi movimenti discografici.

 

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