Quest’anno però alle polemiche dei melomani si sono aggiunte le contestazioni fuori dalla Scala, da parte di studenti e dipendenti dei settori legati alla cultura che hanno protestato contro i tagli alla cultura. Le manifestazioni sono sfociate in tafferugli che hanno portato al ferimento di un poliziotto e di un carabiniere. Ai manifestanti si è unito anche Moni Ovadia che così ha dichiarato: “La cultura non è uno spreco. Per un euro investito in cultura ne ricadono tra i 4 e i 12 sul territorio“. Applausi della piazza hanno segnato l’ingresso in teatro del Presidente Napolitano.
Anche dentro il teatro sono proseguite le critiche ai tagli alla cultura, seppure in maniera molto più tranquilla: il sovrintendente della Scala, Stephane Lissner ha commentato “E’ così in tutta Europa, è triste“, e poi, in riferimento all’assenza del Ministro della Cultura Sandro Bondi ha detto: “Avrà avuto altro da fare“. La risposta del Ministro non si è fatta attendere: “Piuttosto che andare alla Scala mi è sembrato più urgente andare in Senato a votare la legge finanziaria”. Anche il direttore Barenboim, prima che venisse suonato l’inno di Mameli ha voluto leggere l’articolo 9 della Costituzione: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione“.