Sanremo, Wainwright e la Valeri non salvano gli ascolti della serata

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Rufus Wainwright live all'Ariston

Il fisiologico calo di ascolti che tradizionalmente colpisce la seconda serata del Festival si abbatte anche su Sanremo 2014 e lo fa in maniera più netta di quanto non fosse avvenuto lo scorso anno. Nel 2013 infatti la prima parte della serata aveva registrato 12 milioni e mezzo di spettatori mentre ieri, dalle 20.54 alle 23.53, sono stati  8 milioni 926 mila spettatori, con uno share del 33.52 per cento. In media sono stati 7 milioni 711 mila i telespettatori (share del 33.95 per cento) che hanno seguito su Rai 1 – dalle 20.54 alle 24.54 – la seconda serata del 64° Festival della Canzone Italiana. La seconda parte ( 23.58 – 24.54 ) è stata vista da 3 milioni 784 mila persone con uno share 37.59 del per cento.

Perde qualcosa anche l’Anteprima firmata da Pif, la sua “Sanremo & Sanromolo”, in onda dalle 20.38 alle 20.50, ha avuto 7 milioni 164 mila spettatori con il 24.44 per cento di share. Riguardo ai massimi raggiunti nel corso della serata, il picco di ascolto è stato di 11 milioni 551 mila spettatori alle 21.38 sull’ntervento di Armin Zoeggeler, che sul palco dell’Ariston è stato presenter al momento della proclamzione dell’esibizione di Giuliano Palma, mentre il picco di share,  46.92% , è stato registrato alle 23.36 in corrispondenza con l’esibizione di Riccardo Sinigallia.

festival sanremo 2014

Non sono bastati dunque a Fabio Fazio e alla sua squadra gli ospiti che si sono dati il cambio sul palco: da Claudio Baglioni che pur ha offerto un’esibizione intensa con i suoi più grandi successi, premiati dalla standing ovation del Teatro Ariston, a Rufus Wainwright la cui partecipazione al Festival era stata accompagnata da una sfilza di polemiche messe ieri sera a tacere da una interpretazione raffinata e composta  che ha solo strappato applausi.  Non hanno contribuito a mantenere alti gli ascolti della serata né la straordinaria presenza dell’intramontabile Franca Valeri che ha riproposto il numero della telefonata alla madre che l’ha resa celebre,  né le sempreverdi gemelle Kessler sulle note di “Quelli belli come noi” ( Canzonissima- ’69).

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