Gli organizzatori del Festival di Sanremo 2012, invitando Adriano Celentano come super ospite, hanno ottenuto proprio ciò che si erano aspettati: boom di ascolti e l’attenzione di tutti i media. Peccato, però, che invece di commenti positivi ed inneggianti alla meraviglia ed allo spirito rivoluzionario ed innovatore della kermesse, al contrario il giudizio della maggior parte della critica, del pubblico e soprattutto della Rai si può riassumere nel termine “imbarazzante“.
Già, perchè ai vertici della tv di Stato ieri sera sono diventate le guance paonazze dalla vergogna a sentire e vedere ciò che Adriano Celentano stava facendo al Teatro Ariston in diretta in Eurovisione.
Così il giorno dopo Mamma Rai, rappresentata dal suo direttore generale Lorenza Lei, decide di prendere in mano la situazione e fa capire ai figlioletti discoli di essere guardati a vista. Con un comunicato stampa, infatti, ha annunciato di aver inviato a Sanremo Antonio Marano, vicedirettore generale, a rinforzo del già nutrito gruppo di rappresentati della rete ammiraglia e della generale.
In particolare, ciò che colpisce e fa discutere di questa manovra della Lei è il fatto che Marano sia stato investito del compito di
“coordinare il lavoro con potere di intervento” nei contenuti del Festival. Attenzione, perchè qui le cose si complicano.Ci troviamo, infatti, al centro di un campo di battaglia, circondati ai lati da due fazioni opposte e quanto mai agguerrite. Da un lato abbiamo Adriano Celentano accompagnato dall’immancabile Clan, che professa libertà di opinione e di espressione di essa (per inneggiare poi alla chiusura di due testate giornalistiche), supportato da quel pubblico che ieri sera in sala gli urlava “Bravo!” e dagli organizzatori dello stesso Festival di Sanremo 2012, che con lui hanno stipulato un contratto nel quale gli è concessa totale libertà di contenuti e forme nei propri interventi. Non solo, perchè ha avuto anche il sostegno e la difesa di alcuni consiglieri del PD, in primis il senatore Vincenzo Vita, che ha definito le polemiche di quest’oggi come “fuori luogo“.
Dall’altra parte della barricata, però, abbiamo non solo i direttori di Avvenire e Famiglia Cristiana che in diretta si sono sentiti additare di inutilità e che Celentano ha invitato a chiudere definitivamente, ma anche la direzione generale della Rai e quella di Rai 1, che hanno reputato le parole del Molleggiato colpevoli di aver oltrepassato ogni confine dell’etica. Tant’è che il consigliere Rai Giovanna Bianchi Clerici non esita ad affermare: “Celentano ha decisamente abusato del mezzo pubblico di una gravità inaudita. Non c’è stato un sufficiente controllo editoriale”.
E addirittura Mauro Mazza, direttore di Rai 1 ed unico spettatore a non essersi alzato ieri sera in sala all’uscita del Molleggiato dal palco, ha dichiarato: “La chiusura di un qualsiasi giornale non si invoca mai, sono cose brutte e ad ascoltarle si avvertono i brividi lungo la schiena”, prendendone subito le distanze“. Ecco, così, che interviene Antonio Marano. Ma qual è l’esatto compito di questa nuova figura che ha, di fatto, commissariato il Festival di Sanremo 2012? Non è ben chiara la sua posizione, anche se il presentatore della kermesse, Gianni Morandi, si dice convinto che il vicedirettore generale non interverrà sulla linea aristica scelta da lui, Mazzi e gli altri membri dell’organizzazione.Non so, questa figura ha tanto il sapore del vecchio censore romano, che arrivava a situazione già degenerata per cercare di ristabilire l’equilibrio.
Ma le carte parlano chiaro e al giorno d’oggi sono l’unica cosa che conta. La Rai ha stipulato un contratto con Adriano Celentano in cui lui non è tenuto ad informare gli organizzatori sui contenuti dei propri discorsi. Quale può essere, quindi, un possibile intervento di Marano? Ma soprattutto, ciò che mi domando è: ma la Rai non poteva pensarci prima? Tutti ci immaginavamo che avrebbe trattato argomenti scottanti e senza usare mezzi termini, come tutti ci aspettavamo un duro attacco a quei giornali che gli erano andati contro pochi giorni fa, ma si è decido che l’attenzione che avrebbe attirato sarebbe stata utile e quindi positiva e quindi conveniente. Salvo poi mandare la mattina successiva un grande capo generale ad intervenire. Insomma, un po’ come chiudere la porta della stalla, dopo che i buoi sono già scappati all’orizzonte