Lo Stato Sociale è in gara al Festival di Sanremo con il brano “Combat pop” che, a sorpresa rinuncia a far cantare Lodo Guenzi lanciando così il messaggio che il collettivo è più importante del singolo.
Nella serata di ieri dedicata ai duetti Lo Stato Sociale ha proposto “Non è per sempre” degli Afterhours accompagnandosi ad Emanuela Fanelli e Francesco Pannofino. Sul finire del brano il collettivo e i due attori elencano i nomi di alcune sale di tutta Italia chiuse per sempre o in attesa di riaprire, “con migliaia di live fermi e 10 mila persone che non lavorano più da un anno, ma non sarà per sempre. Questi fiori non sono rovinati” portando a casa standing ovation dell’orchestra e applauso della sala stampa.
La conferenza Stampa
Lo Stato Sociale ieri si è reso protagonista sul palco dell’Ariston per il messaggio lanciato a favore del settore dello spettacolo fermo da un anno ormai a causa della pandemia, una esibizione pienamente nello stile del collettivo, da sempre molto attento ai temi sociali. Così Lo Stato Sociale a chi chiede di esprimersi sul silenzio degli altri artisti verso un tema che li riguarda.
Dovresti rivolgerla a loro la domanda, noi abbiamo fatto lo Stato Sociale, siamo persone attente a quello che succede nel mondo. Ogni volta che abbiamo l’occasione portiamo la realtà dentro le nostre esibizioni. Anzi, ne approfittiamo perché vogliamo presentarvi Totò Barbato (The Cage) e Morris che non sono stati annunciati ieri sera durante il festival e ci tenevamo a fare sapere chi sono.
Si presenta Morris: “Io sono un umile gestore della provincia di Bologna, rappresento questo settore dello spettacolo e sono lusingato che questi ragazzi ci abbiano invitato dandoci questa grande opportunità su un palcoscenico così importante. Ci tengo a dire che rappresento il cinema indipendente.”
Totò Barbato invece dice: “ho un live club attivo da ormai 20 anni e sono onorato di aver rappresentato tutti i live club d’Italia. E’ un momento in cui stiamo un po’ cercando di portare davanti all’opinione pubblica questa realtà, i live club sono la base della cultura nazionale, molti dei ragazzi sui palco di Sanremo sono passati da noi. Sarebbe bello che altri artisti sposassero la causa, riguardo ai lavoratori dello spettacolo perché bisognerebbe ricordarsi che se Sanremo va in onda o se il Papa parla davanti al microfono in piazza è perché lì c’è un lavoratore dello spettacolo. Se si staccasse la spina, non parlerebbe più nessuno. Penso che una esibizione così doveva essere premiata in un orario migliore, non all’una di notte. Contavo che ci fosse un’ampia partecipazione degli artisti. Noi abbiamo il grande problema dello streaming, della piattaforme streaming e quando riapriremo avremo questo altro “problema” da affrontare.”
Alla conferenza partecipano per un saluto veloce anche Emanuela Fanelli e Francesco Pannofino, protagonisti insieme agli altri nell’esibizione e a tal proposito spiega Emanuela:
“Sono stata felice di partecipare con Lo Stato Sociale a Sanremo perché per me personalmente, lavorativamente parlando, questo è stato l’anno il più positivo di tutti e questo mi ha portato senso di colpa ingiustificato per i miei colleghi che non lavoravano. Sul palco ho parlato per tutti loro“.
Aggiunge Pannofino: “in pochi secondi siamo riusciti a far passare un messaggio molto importante su questo palcoscenico che amplifica tutto, abbiamo voluto parlare per tutto il settore che non sta lavorando in questo momento. Sembra facile ma a Sanremo niente è facile, eravamo tutti molto concentrati sul pezzo e siamo contenti di come sia andata“.
Lo Stato Sociale, racconta come è nata Combat pop, una composizione nata a partire dal titolo:
Combat pop è nata Innanzitutto come titolo, volevamo mettere insieme una canzone combattiva raccontando il nostro punto di vista di ciò che stiamo vivendo. Pop perchè vogliamo arrivare al più gente possibile. E’ un pezzo che rappresenta molto lo stato sociale in tutto e per tutto, come stile. Partendo da quel titolo è arrivato il nostro lavoro come collettivo e abbiamo cercato di renderlo un pezzo divertente.
E se vi chiedete come il collettivo sta vivendo questa nuova esperienza al festival la risposta è che il gruppo fa di tutto per potersi divertire anzi – aggiungono – “Per potercela passare meglio abbiamo assunto un intrattenitore che durante le giornate ci delizia con qualche magia perché tendiamo ad annoiarci”
In “Combat Pop” Lo Stato Sociale canta che nella vita si può dire di no anche alle buone maniere e a tal proposito ci spiegano il loro pensiero:
Il problema è sempre la mono cultura, l’idea che ci sia una sola maniera in cui vivere, amare, votare, stare con
gli altri. Noi siamo pieni di condizionamenti, moralismi, medietà…Il senso comune costruito in questo momento è per stare in medietà. Noi veniamo da una città (Bologna) che vive da anni una importante stagione di sgomberi e questo è un esempio che ci sia una maniera di vivere diversa. Ok che ci siano i supermercati ma questo non deve escludere la presenza di altre realtà, per esempio dell’agricoltore che ti venda i suoi prodotti.
Raccontano come nasce il processo creativo all’interno del collettivo e, a tal proposito ci tengono a sottolineare che non esiste un “lodocentrismo”, non volevano far passare nessun messaggio nel non far cantare Lodo. Lo Stesso Guenzi spiega:
“Una vita in vacanza” credo sia un doppio platino e a parte quello abbiamo solo dischi d’oro e tutti quelli che abbiamo non sono cantate da me. Non è una provocazione, abbiamo scelto che lo cantasse albi perchè ci piaceva come lo cantava, tutto qui.
In generale io mi occupo sempre della messa in scena ma la cosa che succede è prima la gara a chi la spara più grossa e li scegliamo. Nel 2018 Matteo cerca su Google “vecchia che balla” e in qualche modo io metto in scena “Una vita in vacanza”. É una regia di quelle post anni ’70 che ricombina gli elementi delle persone che sono coinvolte.
Siamo 5 persone una a disposizione dell’altra e senza questa qualità non saremmo ancora qui.