Sanremo 2021, i Coma_Cose con “Fiamme negli occhi”: “Raccontiamo la nostra essenza”

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© Mattia Guolo

I Coma_Cose sono in gara a Sanremo 2021 con il brano “Fiamme negli occhi”, adesso disponibile su tutte le piattaforme digitali e in tutte le radio. Il duo ha presentato il brano “con venature dream pop e suoni sbiaditi à la Velvet Underground” durante la prima serata del Festival. I Coma_Cose sono composti da Fausto Lama e California, che hanno scritto insieme “Fiamme negli occhi”. Il brano è prodotto da Mamakass e racconta la storia di una coppia, sia nella vita che nella musica. Fausto e California si sono incontrati nel 2016 per non lasciarsi più e dare vita a un progetto diventato un punto di riferimento nel panorama musicale italiano.


Coma Cose


C’è molta attesa anche per la serata cover, in cui i Coma_Cose presenteranno un brano di Lucio Battisti, “Il mio canto libero”. Entrambi fan del cantautore, lo avevano già omaggiato a modo loro con “Anima Lattina”. Sul palco dell’Ariston li affiancherà Alberto Radius dei Formula 3. Tornando al brano in gara, invece, “Fiamme negli occhi” è disponibile anche su YouTube. Il videoclip è diretto da Enea Colombi e prodotto da Borotalco.tv, rappresenta tutta l’estetica che ha contraddistinto i Coma_Cose fin dall’inizio della loro carriera. Il brano fa parte dell’album “Nostralgia” in uscita il 16 aprile.

Fiamme negli occhi, video

 La conferenza stampa

Quella dei Coma_Cose è una “favola con due protagonisti improbabili”, che si sono conosciuti in un negozio di borse e accessori, dove lavoravano come commessi. Hanno iniziato subito a dedicarsi alla musica e dopo il licenziamento di entrambi hanno deciso di dedicarsi completamente al progetto. Fausto Zanardelli era più disilluso, “voleva appendere il microfono al chiodo”, racconta Francesca Mesiano. Lui era alla ricerca di una cantante che lo accompagnasse e dopo i vari provini, si sono resi conto che Francesca sarebbe stata perfetta. “Fiamme negli occhi” racconta la loro storia e la voglia di non rinunciare ai propri sogni:

Siamo una coppia e ci faceva piacere che la nostra storia arrivasse in toto. Adesso si vede il compimento di un viaggio che è durato 4-5 anni e che ha richiesto tanta fatica. Abbiamo sempre creduto che realizzare qualcosa insieme sarebbe stato bello e ci piaceva l’idea che si potessero rivedere in noi tutte quelle persone che hanno sogni legati al mondo dell’arte.

Un destino segnato, visto che Fausto e Francesca si sono ritrovati a cantare insieme al karaoke ancor prima di mettersi insieme. Solo che non si era ancora delineato ed è servito del tempo per vedere i frutti dei sacrifici. Francesca racconta:

La cosa che apprezzo molto, e in cui credo, è quella di avere il coraggio di rendersi conto delle proprie debolezze e cercare di cambiare. È importante rendersi conto che se qualcosa non va, si può sempre risolvere in qualche modo, aggiustando il tiro.

I Coma_Cose nascono da un equilibrio che si è instaurato tra Fausto e Francesca ma anche dalla voglia di dare una svolta alla propria vita. “Con lei ho ritrovato una nuova energia, volevo guardare il mondo da un’altra prospettiva”, racconta Fausto:

Quattro anni fa eravamo in un negozio a sbarcare il lunario col sogno di fare i cantanti. E ora siamo qua, a Sanremo, senza quasi averlo nemmeno cercato particolarmente. Abbiamo capito, però, che questa era la canzone giusta. Questo palco è importante, può davvero dare una svolta alla carriera e in più ci piaceva che la nostra storia potesse arrivare a un pubblico più ampio.

Francesca conferma l’idea di volersi fare conoscere. I Coma_Cose sono considerati uno dei progetti più originali nel panorama indie italiano:

Il grande pubblico non ci conosce. Volevamo presentarci nella nostra essenza, parlando di noi, di quello che è alla base della nostra storia. Anche se abbiamo fatto diverse canzoni, che affrontano diverse tematiche, questa ci sembrava perfetta per Sanremo.

E nonostante i timori, spiega Fausto, “non ci siamo sentiti snaturati da quest’esperienza”. Questa sera sarà il momento delle cover e i Coma_Cose hanno scelto di omaggiare ancora una volta Lucio Battisti con “Il mio canto libero”.

Lucio Battisti è un cantante che ci accompagna da sempre, anche come ispirazione. Era molto moderno e ci sono molti gruppi stranieri, oggi, che hanno un sound considerato indie ma si può dire che lui fosse il più indie di tutti loro messi insieme. Aveva delle costruzioni moderne, che tutt’ora sono perfettamente in linea con la sperimentazione, anche la nostra. Abbiamo scelto di aggiungere delle strumentazioni elettroniche e suoni più ricercati, accostati agli archi, che mantengono il giusto bilanciamento tra il nuovo e la versione originale. E poi abbiamo l’onore di avere Alberto (Radius, nda) sul palco con noi. Lui legittima questa esibizione, visto che ha partecipato proprio all’album in qualità di musicista.

Il mio canto libero racchiude varie emozioni” spiega Francesca: “Inizia con una parte più malinconica, poi c’è la felicità, il senso di liberazione della persona che la interpreta”.

Nei prossimi mesi si spera che i Coma_Cose, come tutti gli altri artisti, possano esibirsi anche dal vivo. Entrambi riconoscono la difficoltà oggettiva che sta vivendo il mondo dello spettacolo e pensano già a uno spettacolo più semplice e diretto, come ha raccontato Francesca:

Ci piacerebbe realizzare uno spettacolo con “meno fumi e raggi laser”, più suonato. Diamo più valore ai musicisti e alla musica per davvero, asciugando lo spettacolo dal punto di vista scenografico.

Il disco in uscita ad aprile, “Nostralgia“, è composto da 6 brani e un brano strumentale: è un disco piuttosto ridotto, “in cui abbiamo messo dentro tutta la poetica possibile e testi intensi, ci siamo messi tanto in gioco” racconta Fausto. “Il significato del disco è quello di guardare al passato, di perdonare se stessi. “Perdono” è una parola che torna spesso ma è importante smettere di giudicarsi, portarsi dietro i rancori. Bisognerebbe fermarsi e riflettere sui propri difetti e su come possano trasformarsi in punti di forza. È un disco corto ma intenso, dal gusto un po’ vintage”.

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