In ritardo di qualche giorno rispetto all’uscita de’ “Il Codice della Bellezza” di Samuel, abbiamo ascoltato l’album e vi proponiamo la recensione di questo lavoro che ci ha impressionato positivamente.
Non è sicuramente facile arrivare ad un’opera prima che in realtà non è un’opera prima, dopo 20 anni di musica alle spalle come frontman dei Subsonica ed ormai nel mainstream, Samuel mette tutto se stesso e tutta la sua musica ne “Il Codice della Bellezza”. Lo fa con l’aiuto di un duo che tra loro ha lavorato tanto e bene insieme: Jovanotti nella scrittura di alcuni brani ed in un duetto, e Michele Canova Iorfida alla produzione. Lo fa nello stesso momento in cui Boosta pubblica il suo lavoro da solista “La stanza intelligente” e i Demonology HiFi di Max e Ninja il loro “Inner Vox”. Probabilmente dei quattro è quello più fedele a se stesso. Non vogliamo dire che i Subsonica siano finiti, infatti sono ufficialmente in pausa creativa, ma sicuro è che le loro sfumature artistiche sono molteplici.
Dal noto allo sconosciuto
Incentrate molto sul singolo e sulla coppia, sono 12 le canzoni nell’album che lancia la canzone elettronica pop d’autore in Italia. Capitanate da “Vedrai”, il brano fresco, riflessivo ed energico, abbastanza in stile Subsonica, presentato al Festival di Sanremo 2017, che porta l’amore e la condivisione ai massimi livelli, facendo si che siano il tema portate per superare la crisi del quotidiano e avere un lume di speranza per il futuro. Ad esso si affiancano le già conosciute “La Risposta“, che ha segnato l’inizio della carriera da solista di Samuel, e “Rabbia”, secondo singolo presentato lo scorso anno. “La Risposta” ha già goduto di un grande successo nei passaggi radiofonici, in esso si nota la voglia di cambiamento di Samuel, soprattutto nelle parole si capisce la sua maturità artistica e come ne è venuta fuori. Il racconto delle paure del cantante avviene tramite le domande, necessarie a detta dello stesso autore affinché vi sia una naturale crescita umana, ed è proprio la risposta che porta al cambiamento e mette su una nuova strada chi canta ciò. Il dance adult pop di Samuel trova quindi conferma in “Rabbia”, anche qui si affrontano temi forti ed in questo caso trovano spazio tutte le cose negative che alimentano la crisi in una coppia, dalle emozioni altalenanti alle incomprensioni che sfociano in amarezza.
Il contraltare positivo arriva con “Niente di particolare”, che alla ricerca invece delle cose belle fa capire come ogni brano è collegato alla ricerca e orientato alle risposte. Se non prima aver creato l’attesa in “Qualcosa” che prepara l’epilogo ma lo tiene ancora ben lontano.
Tutto questo dopo che con “Più di tutto” vi è stato l’isolamento dal resto delle cose e la ricerca di un motivo per continuare nonostante le sconfitte. Lotta interiore che in “Dea” trova il suo compimento, in cui ragione ed istinto, sentimento e logica, si contrappongono e si affrontano. Il coraggio esce forte infine in “Come una Cenerentola”, nel quale le insidie dell’ignoto sono superate grazie alle speranze cui la vita si affida. Nel raffronto tra favola e verità vi è la certezza che si può andare sempre avanti.
Un viaggio introspettivo
Quello che già si nota è che Samuel con “Il Codice della Bellezza” è uscito fuori da quella chiusura indie social, passando ormai definitivamente al mainstream delle canzoni d’amore, ma sia chiaro questo non è un demerito, si può fare bella musica e realizzare bei testi anche parlando d’amore e portandoli a tutti, anzi ben venga ciò. L’uscita dal cupo e oscuro verso il rinnovato melodico ritmo solare è abbastanza facile da scorgere. Trova spazio anche un brano in cui l’elettropop viene messo di lato e si passa alla ballata più romantica, si tratta di “La Luna Piena”, il brano che farà parte della colonna sonora di “Gli occhi cambiano”, film in arrivo quest’anno per la regia di Walter Veltroni. E’ uno di quei brani che probabilmente più ascolterete e più vi piacerà.
La mano di Michele Canova Iorfida si sente tanto, oltre alle tastiere anche in diversi brani, in particolare ne’ “Il Treno” dove sembra che i Subsonica abbiano incontrato Tiziano Ferro, Samuel li sembra solo un nome su una canzone. Credo sia la canzone che mi piaccia di meno, e probabilmente una di quelle che potrebbe avere più successo di pubblico. In “La statua della mia libertà” si da spazio al raggaeton in forma elettronica, in un brano che ha del geniale dove la musica incontra le parole nella forma perfetta, parlare di migrazione, con un tocco all’amore, su una base uptempo raggae non è da tutti.
Con i compagni si cammina meglio
Si sente tanto anche il tocco di Jovanotti, in particolar modo nel duetto di “Voleva un’anima”, pezzo in cui è importante anche il giro di basso del solito Saturnino, compagno di viaggio inseparabile di Lorenzo Cherubini. Non entrata in “Lorenzo 2015 cc” e rivista quindi insieme dai due artisti “Voleva un’anima” è l’esatto compimento della nuova strada di Samuel, dove uno come Jovanotti parte da assoluto protagonista, con un Samuel a fare solo da seconda voce, e finisce con il defilarsi del rapper e l’affermarsi del padrone di casa. Si arriva così a Samuel che ci fa sentire la voce che da sempre conosciamo con Jovanotti a fare invece il corista. E’ al contempo un appoggio, un sostegno, un camminare insieme, un lasciare il passo. E’ il segno non svelato del disco, probabilmente quello è “Il Codice della Bellezza”, tutto quadrato bene, un passaggio: dal negativo al positivo, dall’oscuro al solare, dal fuggire ed isolarsi al condividere e fare coppia, dai Subsonica a Samuel. E’ la ricerca interiore che nel corso della propria vita si fa e che ora Samuel ha deciso di esternare.
Andando avanti nell’ascolto de’ “Il Codice della Bellezza” si capisce chiaramente che, seppur non un concept album, l’idea di un viaggio di ricerca, come già detto, intrapreso da Samuel e coadiuvato dai suoi collaboratori in cui ogni pezzo ha un riferimento agli altri e al titolo dell’album. Prima della rivelazione finale della canzone omonima all’album vi è la dichiarazione d’amore ultima in “Passaggio ad un amica”, dove finalmente il termine passaggio è esplicito e l’amore viene esternato senza nessun mezzo termine.
La ricerca del bello nei testi e nelle musiche
Musicalmente parlando l’influenza di Jovanotti e Michele Canova Iorfida è presente praticamente sempre, anche perché nel disco di Samuel sono presenti in pianta stabile due collaboratori del cantante e del produttore: Riccardo Onori alle tastiere e Christian Rigano alle chitarre, stessi strumenti che ricoprono nella formazione di Lorenzo Cherubini. Sicuramente in Samuel i 20 anni di Subsonica si sentono tutti, ed è impossibile, se non anche ingiusto, cancellarli, tra l’altro senza motivo. Seppur vero che spesso le sonorità del cantante sembrano quelle del suo vecchio gruppo, è anche vero che in questo disco ha potuto dare spazio a molte cose che probabilmente insieme agli altri compagni non avrebbe potuto realizzare allo stesso modo. I rimandi sonori ad altre realtà sono in realtà tanti e tutti ben ripresi, senza alcun motivo di dire il contrario.
L’ispirazione di Samuel è ancora viva e ne’ “Il Codice della Bellezza” riesce a dare sfogo alla sua verve creativa, producendo un racconto sull’amore ben articolato, descritto in un viaggio in cui prima di essere coppia si è soli, tutto questo senza fermarsi mai. L’elettropop d’autore trova così la sua dimensione ideale riuscendo a far collidere l’indie con il mainstream, l’underground con la massa. In definitiva un album che ci è piaciuto molto e che ci invita letteralmente a vedere il bello delle cose. E voi lo avete visto il bello in questo disco?