S.E.N.S: “In generale inverno”. La recensione

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S.E.N.S - In Generale Inverno - Artwork

I S.E.N.S ossia “Sentieri erranti nella selva” nascono nel 2003 a Landriano, provincia di Pavia e da allora maturano uno spirito marcatamente live. Dopo un anno circa di rodaggio, nel 2004 si chiudono in studio all’Esagono di Rubiera (RE) dove grazie all’aiuto di Carlo Pinna realizzano il primo demo dal titolo “Gheremiò”, nome che in aramaico vuol dire “Il Miracoloso”. I sentieri erranti nella selva si compongono di Roberto Allegrini, voce/synth, Marco Cusaro alla chitarra/basso, Matteo Garlaschi alla batteria, Pierpaolo Marchetti alle tastiere/basso e Alberto Zambelli alla chitarra/voce. Dopo una promozione totalmente autoprodotta del primo demo, la band rilascia nel 2007 un secondo demo dal titolo “La rivoluzione della sincerità“. Il disco sancisce la collaborazione della band con l’etichetta pavese Orquestra Records. Il titolo del secondo lavoro è dedicato a Stefano “Panoz” Cavioni, chitarrista della formazione nonché membro fondatore di essa purtroppo scomparso nel 2008. Ispirato al sottotitolo del dipinto di Paul Signac “Au temps d’harmonie”, l’EP inizia a mostrare le caratteristiche chiave della formazione che, nel 2011 ha pubblicato l’EP di cui ci occupiamo in questa sede ossia “In generale inverno”.

Prima di avventurarci alla scoperta dei cinque brani che compongono l’EP, ci soffermiamo un attimo sull’origine del nome della band ossia Sentieri Erranti Nella Selva, definizione sicuramente molto poetica ma senza nascondere un pizzico d’oscurità che rimanda al filosofo tedesco Martin Heidegger. Il gothic-rock , indie-rock che la band produce è qualcosa che riconduce a citazioni letterarie, fatti di cronaca, il tutto condito da un’oscurità classica degli anni ’80 e primissimi anni ’90. Quando nel mondo spopolava la musica di massa, in Italia vi era una corrente come sempre alternativa e indipendente che vantava artisti come Diaframma e Carillon del Dolore, giusto per citare qualche nome. Una sorta di darkwave, new wave che viene continuamente ripreso come filo conduttore dei cinque brani, in una tinta molto più smussata e senza dubbio più moderna. I temi toccati dai S.E.N.S sono tutt’altro che facili e questo crea una sorta di mix perfettamente amalgamato fra musica e parole.

S.E.N.S. – “In Generale Inverno”, l’analisi del disco:

Tracklist:

S.E.N.S – In Generale Inverno – Artwork
  1. XV Arcano
  2. La Polvere del Male
  3. Come 100 Colpi di Pistola
  4. Nulla Dies Sine Linea
  5. La Sicurezza degli Oggetti

Le cinque canzoni si ascoltano in un tutt’uno di venti minuti che fa immediatamente voler di più; le somiglianze citate precedentemente, sono ovviamente da prendere come una base di riferimento ma, i S.E.N.S mostrano la modernità degli anni Duemila. Gli anni Ottanta sono passati da un pezzo e il suono si pondera maggiormente attorno ad una musicalità più pulita e definita. Partendo da “XV Arcano”, il brano inizia fin da subito a definire le sonorità della band con un riferimento a “La via dei Tarocchi” del cileno Alejandro Jodorowski e di Marianne Costa, pubblicato per la prima volta in lingua spagnola nel 2004.

Si passa poi a “La povere del male” che racconta un episodio di cronaca nera, dove la protagonista è una donna che viene uccisa per strada a Milano, in mezzo ad una pura indifferenza. Ancora una volta bisogna prestare molta attenzione al testo, ancora una volta asse portante dell’intero brano.

“Come 100 Colpi di Pistola” affronta un argomento tanto difficile quanto personale come uno stupro. Il punto di vista è quello di una donna che viene stuprata e trascina la propria vita in uno stato di tristezza infinita. “Adesso il cuore scoppia”, “Ora ho crampi ovunque”, “Non c’è luce” sono solo alcune delle parole che vengono ripetute all’interno della canzone. Il testo colpisce profondamente, sembra di vedere la vittima distesa su quel prato immobile, mentre il sangue macchia l’erba. Il brano, a mio avviso, è il più riuscito dell’EP non solo per il tema enormemente difficile affrontato con sapienza ma anche per l’inserimento di una voce femminile che narra alcune brevi frasi.

“Nulla Dies Sine Linea” inizia con una musicalità che fa apparire uno spiraglio di luce dopo la botta in pieno petto della canzone precedente. La canzone vira dal darkwave dei brani precedenti ad un indie-rock che ricorda maggiormente anni più attuali, una sorta di Marlene Kuntz prima maniera, con le differenze del caso. L’EP si chiude con “La sicurezza degli Oggetti”, molto più simile alla canzone precedente rispetto alle prime tre che formano “In Generale Inverno”.

In conclusione, le canzoni e tutto l’EP è sicuramente da promuovere per un grande coraggio di base. Sappiamo bene quanto sia più facile raccontare di “cieli azzurri” e di “volti sorridenti” rispetto a urla, pianti, sangue e simili. I S.E.N.S hanno costruito un mondo in grado di saper spiegare fatti di cronaca senza dimenticare riferimenti culturali e citazioni interessanti. Speriamo di sentire presto un disco, composto da almeno una decina di canzoni in grado di raccontare con più agio e con meno costrizioni di tempo la loro volontà musicale. Un ascolto, anzi, più di un ascolto visto che i testi non vengono immagazzinati subito ma necessitano di diversi repeat, i S.E.N.S li meritano.

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