Un grande Ron quello che si è visto Mercoledì 28 Ottobre alla Libreria “La Bassanese” di Bassano del Grappa. L’artista è stato invitato a “Incontri Senza Censura, rassegna culturale organizzata dalla libreria “La Bassanese e dall’omonima dall’Associazione Culturale.”
Il cantautore in veste di scrittore ha incontrato il pubblico parlando di se e presentando il suo libro “Chissà se lo sai – tutta una vita per cercare me”, un libro che racconta la sua vita in modo semplice e con tanta anima dentro ogni pagina.
Rosalino Cellamare in arte Ron, è uno dei più grandi e amati cantautori del panorama musicale italiano. Ha esordito a 15 anni a Sanremo con la canzone Pà diglielo a ma’ in duetto con Nada. Nel 1980 utilizza per la prima volta lo pseudonimo Ron (nome tra l’altro voluto da Lucio Dalla) con l’album “Una città per cantare“. 45 anni di carriera costellata da molteplici esperienze e collaborazioni, ha scritto canzoni anche per Morandi, Dalla, Mannoia, Bertè, Antonacci, Vanoni e tanti altri. Tantissimi i suoi successi che hanno segnato intere generazioni con canzoni indimenticabili come “Una città per cantare”, “Al centro della musica”, “Non abbiam bisogno di parole”, “Joe Temerario”, “Vorrei incontrarti fra cent’anni” e tante altre ancora.
Nell’incontro a La Bassanese, moderato dalla giornalista Angelica Montagna, Ron si è presentato con grande umiltà, semplicità e simpatia, raccontando la sua vita, la sua carriera di artista e anche il suo cammino di uomo che ha vissuto momenti di felicità assoluta e momenti in cui si è perso in qualcosa di grande e doloroso. Si racconta a cuore aperto, come un uomo che si sente in ritardo, si è sempre sentito come quello che non riusciva a stare al passo, si sentiva inadeguato, era timido ma curioso. Da ragazzo veniva cacciato sempre dalla classe perché durante le lezioni, si distraeva e si spegneva.
Racconta di un bimbo timido ma con dentro un grande sogno: la musica. A otto o nove anni, Rosalino sognava già di poter cantare. Un sogno iniziato tutto in un pomeriggio d’estate, in campagna, fra quelle distese immense di girasoli. Dopo aver corso, si sdraiò in un campo e con lo sguardo al cielo vide tutti quei girasoli alti e con la testa rivolta verso il sole. In quel momento iniziò a cantare e ad immaginare che quei girasoli fossero persone. Immaginò così tanto che alla fine del canto gli sembrò di sentire anche degli applausi. Quello fu il momento in cui davvero iniziò a voler seguire quel sogno: la musica. Quello fu il suo “La”.
Tra i racconti di Ron, nel suo libro, sono descritti anche aneddoti e scene della sua vita, come quelli dell’incontro per la prima volta con Renato Zero e Lucio Dalla, in occasione del suo primo provino a Roma.
Lucio Dalla da quel momento entrerà nella vita di Rosalino, dando origine ad un rapporto molto forte e duraturo. Ron racconta le telefonate di Lucio in piena notte, Dalla lo chiamava per fargli ascoltare in diretta la canzone che aveva appena scritto. Gliela faceva sentire tante volte, ma era bello perché Rosalino era il suo riferimento, reale e sincero, era quello che gli avrebbe detto anche quello che non andava bene.
Nella vita di Ron ci furono anche momenti più bui, in cui racconta di aver cercato Dio e di averlo trovato. Dedica il suo libro a Silvano Fausti un padre Gesuita che lo ha tirato fuori dal pozzo nero in cui era caduto e che gli ha fatto scoprire la bellezza e la forza della bontà e della semplicità.
Rosalino Cellamare è impegnato anche socialmente nella ricerca scientifica per i malati di SLA.
Ron è diventato testimonial di AISLA (Associazione Italiana Sclerosi Multipla) da quando il suo miglior amico un oncologo si è ammalato di questa malattia. Lui gli ha dato l’idea per fare un disco per sostenere la ricerca scientifica per la SLA. A Garlasco a casa sua, Ron ha convocato gli amici Jovanotti, Elisa, Baglioni, Bersani, Angun, Loredana Bertè, Luca Carboni e altri grandi della musica italiana per un disco di duetti dal titolo “Ma quando dici amore”. Il progetto venne realizzato grazie al Corriere della Sera che si prese carico di incidere il disco e venderlo in edicola.
Nel suo libro “Chissà se lo sai” si parla di questa malattia e durante la serata, Anna Branciforti del Canzoniere Letterario legge parte di un capitolo dove Ron racconta il suo incontro con una ragazza malata di SLA che dopo la sua seconda visita, gli disse che lui era il regalo più bello che la SLA le avesse fatto.
“Parole forti” dice Rosalino, “che mi hanno fatto riflettere su cosa siamo realmente, su come sia possibile che in una malattia così terribile, lei abbia visto anche il regalo“. Questa cosa mi ha aiutato a capire molte cose di me e ancora oggi sono impegnato in questa lotta e sono parte viva del consiglio direttivo della AISLA.
Ron dichiara che il timido Rosalino è riuscito a incontrato Ron, ora si sente in pace con se stesso. E’ importante ricordarsi sempre quello che noi siamo, senza smettere mai di imparare e di conoscersi a fondo. Tutto ciò serve per andare sempre avanti nella vita, in un cammino umano alla continua ricerca di se stessi e proprio per questo , come lui stesso ha dichiarato: “ho chiamato il mio tour Nervending TouRon, un tour che non finirà mai”.
Ron durante la bellissima e piacevolissima serata ha regalato al numerosissimo pubblico presente, l’interpretazione live, chitarra e voce dei brani “Una città per cantare” e “Chissà se lo sai”.