Rock in Roma: Afterhours, il rock all’italiana

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Afterhours | © Giulio Mazzi
GOD IS SOUND” è questa la scritta che a caratteri rossi campeggia sulla maglia nera di Manuel Agnelli accolto dal pubblico delle Capannelle in una notte romana. Niente di più azzeccato per introdurre due ore di sano rock italiano alternato da intermezzi al piano e pezzi acustici accompagnati da violino. Ma andiamo con ordine.
Dopo il successo del “Summer Tour 2010” (28.000 spettatori in 7 date), il doppio appuntamento live a Shanghai lo scorso ottobre, fresci di tour europeo che ha toccato le città di Berlino, Amsterdam, Bruxelles, Lussemburgo e Londra, gli Afterhours, che sono attualmente in studio per la realizzazione del nuovo album, si presentano all’attesissima data dell’edizioni del 2011 del Rock In Roma, appuntamento quasi imperdibile per la band.
Manuel Agnelli e compagni iniziano lo spettacolo infiammando il pubblico con uno storico pezzo “Le verità che ricordavo” dando l’impressione di essere in piena forma. Il sound rock degli After è solido e potente e anche questa volta non delude la fame dei rockers italiani che da tempo seguono la formazione milanese. La batteria di Giorgio Prette scandisce prepotentemente il ritmo con una cassa che “ti pettina” anche se il sound sotto il palco non è dei migliori, anzi pecca di volumi troppo esagerati che distorcono l’armonia musicale al punto tale da infastidire. La fame di rock, però, anestetizza il tutto e si continua quindi “a tutto volume” con “Germi” altro pezzo storico seguito da “La vedova Bianca” introdotta dal caratteristico battito di mani iniziale da parte dell’intero pubblico. L’atmosfera è molto calda e Manuel dal palco non delude, capitano di una band che ha sfornato una performance live di tutto rispetto.  “Quello che non c’è“, “Ballata per la mia piccola iena“, “Ci sono molti modi“, “Sangue di Giuda“, “Canzone Pop“, “Pelle“, “La sottile linea bianca” sono alcuni dei pezzi che riempiono la notte romana e confermano, se mai ce ne fosse bisogno, lo spessore della band.
L’intermezzo musicale di Manuel al piano apre la seconda parte del concerto in cui gli Afterhours eseguono due pezzi in lingua inglese, “Pochi istanti nella lavatrice” ed “E’ solo febbre” tratti dal loro ultimo lavoro del 2008 “I milanesi ammazzano il sabato” ed altri brani come “Non si esce vivi dagli anni 80“. Nonostante i tanti brani eseguiti sono rimasti delusi coloro che hanno sfoggiato l’unico striscione della serata con su scritto “Facce Strategggie“.
Nella parte finale Manuel inforca la chitarra ed accompagnato dal violino di Rodrigo D’Erasmo esegue una splendida versione acustica di “Bianca” per poi chiudere con il brano “Il paese è reale” che parte in acustico per poi richiamare sulla seconda strofa l’intera band sul palco e dare un ultima dose di sano rock ad una platea mai sazia.

Giunti alla fine del concerto Manuel come al solito ha ringraziato tutti i presenti all’evento e, per sottolineare l’impegno da sempre manifestata dalla band, ha invitato a visitare lo stand di Amnesty International, con la quale gli Afterhours collaborano per questo tuor estivo. Inoltre Manuel ha voluto ricordare la vicenda che ruota attorno al teatro La Valle a Roma che da più di un mese è occupato per manifestare contro la strategia della politica nei confronti della cultura e dello spettacolo, invitando tutti “a far qualcosa che serva“.

Foto Cristina Francolino

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