Ci stiamo avvicinando al gran finale dell’Eurovision Song Contest 2013, una delle manifestazioni musicali più conosciute al mondo, arrivata ormai alla sua 58° edizione. Il 18 maggio, infatti, si terrà a Malmö, Svezia, l’ultima tappa del più ambito festival della canzone.
Nonostante l’Italia abbia preso parte alla fondazione di questo evento nel 1956 e oggi faccia parte dei Big Five che accedono di diritto alla finale, insieme a Francia, Germania, Regno Unito e Spagna, il suo percorso non è sempre stato rose e fiori. Il tricolore italiano si è fatto desiderare soprattutto negli ultimi vent’anni, durante i quali ha deciso di non partecipare alla manifestazione per ben 13 edizioni di seguito. Il motivo venne presto spiegato dalla Rai che addusse la colpa dell’assenza italiana al festival al basso livello delle canzoni in gara negli ultimi anni.
Paese ospitante nel ’65 e nel ‘91, l’Italia sale sul podio in diverse occasioni: nel 1958 Domenico Modugno si aggiudica il terzo posto con “Nel blu dipinto di blu” , inaugurando così il suo successo internazionale. Qualche anno dopo, nel 1963, è il turno di Emilio Pericoli e il suo “Uno per tutte” che si classificano dopo Danimarca e Svizzera. L’anno successivo sarà l’anno della vittoria, con l’allora sedicenne Gigliola Cinguetti che con “Non ho l’età” farà terra bruciata dei suoi avversari lasciandosi alle spalle oltre 30 punti di distacco dal secondo classificato, il Regno Unito. Successo planetario, “Non ho l’età” svetta le classifiche, conquista il disco d’oro ed diventa uno dei brani più coverizzati in assoluto della storia musicale internazionale, in oltre venti lingue.
Dieci anni dopo, la Cinguetti sfiora il bis con “Si”, arrivando seconda dopo “Waterloo” degli Abba. Nel 1975, l’Italia presenta Wes e Dori Ghezzi con “Era” e sale sul podio, al terzo posto dopo Olanda e Regno Unito. Nel 1987, invece, Umberto Tozzi si classifica terzo con “Gente di mare”.
Tre anni più tardi, nel ’90, sarà la volta di Toto Cotugno. Con il suo pezzo preparato ad hoc per l’occasione, “Insieme 1992”, sorprende tutto il pubblico di Zagabria aggiudicandosi il podio. Sorprende pure la Rai che aveva deciso di non mandare alcun giornalista a seguire l’evento e di trasmettere il programma solo a tarda notte.
Dopo Raphael Gualazzi, secondo nel 2011 a Dusseldorf, e Nina Zilli, nona nel 2012 a Baku, l’Italia ci prova ancora e porta sul palco la musica italiana scegliendo come proprio portavoce Marco Mengoni e il suo “L’essenziale”, lo stesso pezzo – anche se ridotto di 29 secondi per rispettare il regolamento – con cui ha vinto Sanremo.
Da quest’anno potremo votare il nostro artista/brano preferito anche tramite smartphone e tablet grazie ad una nuova app scaricabile da Google Play. E se non foste ancora contenti, potrete anche scommettere sull’Eurovision: chi sarà il nuovo vincitore tra i 39 partecipanti? Che la gara abbia inizio!