Rekkiabilly: “Banana split”. La recensione

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Rekkiabilly - "Banana split" - Artwork

E’ uscito il secondo lavoro discografico della band pugliese dei Rekkiabilly, “Banana Split“, prodotto dalla Protosound Polyproject e VOLUME! Records, una miscela di rock’n’roll, jazz, funky, blues, country, swing e stile Motown.

E’ il secondo disco per la band nata nel 2005 dall’estro creativo dell’istrionico chitarrista e cantante Dario Mattoni e che ha trovato nel corso del tempo come compagni di viaggio musicali il contrabbassista Luciano “Amaro Luciano” Sibona, il batterista Guido “Bum Bum” Vincenti, la bella sassofonista Lidia “lady in sax” Bitetti e il trombettista e “ballerino” Ricky la Torre. Secondo lavoro dopo il fortunato primo disco “Rock’n Rom” del 2010 che li ha portati a suonare al fianco di artisti del calibro di Jon Spencer, Aprés la Classe, Giuliano Palma & the Bluebeaters, Vinicio Capossela, Marta sui tubi, Max Gazzè, Banda Bardò e Folkabbestia e che li ha portati ad esibirsi nei migliori palchi italiani e internazionali.

Il nuovo lavoro dei Rekkiabilly, “Banana split“, è un disco di 11 tracce, 9 delle quali inedite e due cover di alto spessore: il disco apre proprio con una di queste cover, la prima traccia “6×6” che non è altro che la canzone “Six By Six” di Earl Van Dyke, pezzo tipicamente Motown e riletto in puro stile Rekkiabilly, giusto per dare all’ascoltatore un assaggio di quello che lo aspetterà. La seconda traccia, “L’astronauta“, esprime in pieno stile rockabilly il disagio di chi era un momento prima famoso e poi viene dimenticato e affidato al nulla.

La terza canzone, “Sisma“, è il singolo che è stato scelto per la promozione del disco ed è un concentrato delle esperienze musicali della band pugliese rafforzato da un testo ironico e dissacrante al punto giusto le umane miserie della società attuale. “Banana split“, il brano che dà il nome al disco, dopo un inizio alla “Fever“, ci porta in un terreno musicale alla Fred Buscaglione in cui la band sembra trovarsi alla perfezione.

cover banana split
Rekkiabilly – “Banana split” – Artwork

Con “Lulù Swing” precipitiamo dritti nello swing anni ’50 che in Italia porta al nome di Sergio Caputo e alle classiche storie d’amore alla Django Reinhardt e al jazz da locali fumosi e alcolici di Chicago o New Orleans. “Notte notte notte” parla invece della notte dei musicisti, compagna fedele e temuta, in un crescendo boogie.

Mezzanotte di fuoco” sembra uscita dritto dritto da un film western o dal telefilm di “Hazzard” grazie ad un country molto energico e rampante, atmosfere che cambiano subito con “Il compare“, pezzo dal ritmo lento e western, che porta alle canzoni noir anni ’40-’50. Ma i Rekkiabilly sono un gruppo estremamente poliedrico e lo dimostrano con “La pensione“, pezzo, dal ritmo swing bello potente e che parla di un tema ahimè molto attuale e gravemente pressante stemperato dal surf-rockabilly del pezzo.

La penultima canzone del disco, “Questo è il rock’n’roll“, sembra uscito da un film degli anni ’50 e da Happy Days, mentre l’ultimo brano è la cover “Burn Toast and Black Coffee” di Mike Pedicin, che per l’occasione è stata tradotta in italiano in “Toast e Caffè Arrosto“. Il disco però non finisce alla undicesima canzone, ma prosegue dopo alcuni minuti di silenzio con un pezzo strumentale in puro stile rockabilly.

La seconda prova dei Rekkiabilly è convincente: la miscela che compone il loro sound è solida e le canzoni sono piacevoli da ascoltare anche per chi non è amante del genere. Sicuramente saranno molto più coinvolgenti dal vivo, dove li aspettiamo con ansia.

Voto: Dite la vostra!

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