Semplicità ed effetto; energia e melodia; talento e creatività. In una sola parola musica. “Diario di un Uomo Qualunque” è un ponte sul baratro nel quale è caduta la musica italiana da circa un decennio a questa parte, unita alle politiche di riciclaggio attuate dalle radio commericali e dall’industria discografica e ti scaraventa di diritto in un immaginario oltre i confini del conosciuto; si lascia assaporare come l’aroma del caffè che ti fa compagnia quando ancora sei nel letto. Forte, deciso, crudo e ad impatto. Il primo CD dei Red Onions ha riscosso parecchio successo tra critica e pubblico e non sembra azzardato affermare che questa band sia destinata a lasciare una traccia nella musica d’autore italiana. Il progressive rock si mischia con la psichedelia, il crescendo e le pause delle tracce, un concept album che amalgama il cantautorato targato Italia; queste la parole chiave che introducono all’ascolto del CD.
Nati nel 2004 da un’idea comune di Leone Pompilio e Davide Grillo, i Red Onions sperimentano nuove frontiere grazie anche al bassista Ali Adamu e al batterista Kevin Rogg (unitosi alla formazione nel 2007) che ne delineano struttura e ritmica delle canzoni. I primi concerti nei locali e nelle piazze del Belpaese, riscontro positivo di critica e pubblico, un primo singolo che arriva nel 2009 dal titolo “One Different One”; il primo concept album dal titolo “Diario di un Uomo Qualunque” passa in rassegna la storia del Sig. Beta, un uomo qualunque che impersonifica l’emblema dell’uomo odierno schiavo della tecnologia, dello stress e della massificazione a discapito di una propria identità. Ogni canzone è un breve racconto, un paragrafo che affronta i temi più oscuri della psiche umana, tra turbamenti misti ad attimi di lucidità; il dolce sprofondare nella noia e nell’impotenza che spopolano incontrastate. La chiave di lettura è celata dietro ogni singolo pezzo che compone quest’album, che se estrapolata rappresenta una chiara fotografia dell’attuale società mai a discapito dell’intero contenuto.
Il “Prologo” immortala il Sig. Beta dedito ad ascoltare la radio in casa propria, nauseato dalla notizie drogate e manipolate dai mass media; a tratti scoraggiato dal genere umano e dall’ipocrisia si siede al proprio tavolo e comincia a scrivere un diario (che diventerà, per l’appunto, “Diario di un Uomo Qualunque”).
“Diario di un Uomo Qualunque” che da il nome all’omonimo album mischia il progressive rock con l’instrumental rock: lunghi fraseggi senza quello sterile virtuosismo cui oggi siamo abituati. L’invettiva, la denuncia, la polemica del Sig. Beta; un uomo qualunque che si scaglia contro qualunque uomo vittima (in)consapevole dell’attuale sistema di (dis)informazione, apatia ed indifferenza. Segue “Numinosa Diagosi” che rappresenta la consapevolezza del Sig. Beta di trovarsi solo tra l’umanità che inerme obbedisce agli ordini dettati dagli schematismi odierni. Le sonorità a tratti “metal” sono un chiaro segno di denuncia, un invito ad alzare la voce per farsi sentire.
“Night Time Blues” una ballata blues-rock che passa in rassegna le idee di azione che bazzicano in mente al Sig. Beta; all’analisi interiore e sociale segue l’analisi del tempo e delle probabili linee di azione da adottare per uscire fuori da questa gabbia. La rabbia, la frustrazione e il testo in inglese richiamano a tratti le sonorità dei Led Zeppelin ma celano la voglia dell’uomo qualunque di evadere dai fantasmi del passato. “Epitaffio per la prima morte di un sogno” rappresenta una pausa nell’analisi del personaggio in questione. Il ricordo e l’amaro in bocca si mischia alla consapevolezza che bisogna ricominciare da sé, abbandonando i vecchi ricordi.
“Paesaggio Notturno”, “Ricordo di Bimba” e “Serpenti” tre pezzi che celano l’illusione, il ricordo e la disillusione; le scale blues e rock si alternano creando enfasi sul significante e sui testi incastrati ad hoc.
Il dubbio di ‘Occhio del Giorno’ anticipa l’amara consapevolezza di “Disarmonico Allegro”; il Sig. Beta arriva alal conclusione che non ci saranno risposte alle proprie domande destinato anch’egli a far parte della comunità di serpenti che popola il mondo. Una ballata in crescendo la prima, il rpog rock della seconda fanno da preludio al pezzo che chiude l’album: ‘Epilogo’ è una fotografia: il cerchio non si chiude, il problema non è risolto e i turbamenti dell’animo del Sig.Beta sono destinati a non avere fine.
“Diario di un Uomo Qualunque” segna il prologo di una nuova frontiera che avanza: la consapevolezza mista a disillusione non è destinata ad avere lieto fine. La consolazione arriva dalla musica e dalle sperimentazioni che i Red Onions hanno proposto nel loro CD di debutto nonchè dall’originalità dei testi e dell’idea che rappresenta il nucleo incandescente dell’intero lavoro.
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