Pistoia Blues Festival, sul palco la leggenda Carlos Santana

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Carlos Santana © Comunicato Stampa

Il Pistoia Blues Festival, soprattutto in questa edizione, è stato criticato per alcune scelte artistiche ma ieri sera con Carlos Santana sono stati messi tutti d’accordo.

Quando c’è musica di ottima qualità, il pubblico se ne rende conto. In piazza del Duomo a Pistoia c’erano più di 7000 persone, partite da tutta Italia per vedere una delle più grandi leggende viventi della musica internazionale.

Carlos Santana, che solo il giorno prima ha festeggiato il suo 68esimo compleanno, non ha affatto deluso le aspettative. Il suo è stato uno dei concerti più ricchi ed emozionanti che ci siano stati in questi ultimi anni a Pistoia e che ha portato il pubblico alle origini del Blues Festival. Nella cittadina toscana Carlos Santana ci era stato già due volte, nel 1996 e nel 2004, e il suo ritorno è stato accolto con grande calore. La piazza pienissima e tantissime sensazioni, saggiamente guidate da una band incredibile, tra cui spiccavano le due batterie, trombe e tromboni e poi lui, il mitico Carlos, con la sua gomma da masticare, a suonare la chitarra con una genuinità e una grazia sconvolgenti. Lui e lo strumento sono una cosa sola, un’altra cosa positiva è che l’artista messicano – che ha aperto il concerto con Soul Sacrifice (e non c’è altro da dire su questa faccenda – cit.) – non si è messo in mostra, si è amalgamato al resto del gruppo lasciando la scena a tutti, condividendola con ciascuno di loro. Nessun atteggiamento da primadonna, come spesso purtroppo accade con personaggi di questo calibro, ma Santana sembra essere rimasto sempre lo stesso. Sarà forse questo il segreto del suo successo?

Più di due ore di concerto, un brano dietro l’altro senza sosta, in mezzo ci sono passati omaggi a Nino Rota,  “Nuovo cinema paradiso” e ancora “While my guitar gently weeps” e “Ain’t no sunshine when she’s gone” a fare da intro a “Europa” e chiaramente i pezzi storici del gruppo, da “Maria Maria” a “Corazon Espinado“, “Tequila” e “Black magic woman“. Poche parole, quelle di Carlos Santana con il pubblico, per un discorso sui sentimenti che ci accomunano, l’importanza dell’amore, anche quello verso se stessi e una sana citazione di John Lennon e dei Beatles. Poche parole, ma efficaci e per il resto, contrariamente a quanto accadde (per fare un esempio) con Bob Dylan, se Santana non ha trascorso molto tempo a chiacchierare, si è fatto sentire e ha regalato emozioni. Si è esibito con naturalezza, ma ha fatto sentire di essere presente, non freddo e distaccato. Sarà il sangue caliente messicano, sarà il potere della sua musica, le note della sua chitarra risuonano ancora nella testa in un’incredibile, indimenticabile, danza di pura energia.

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