Il Pistoia Blues Festival è ufficialmente iniziato e con uno dei gruppi più amati degli ultimi anni: i Mumford & Sons sono stati accolti più che calorosamente dal pubblico di Pistoia. La location rimane sempre una garanzia, con la bellezza di una piazza Duomo esaltata dalla folla gioiosa e illuminata dalla luna piena; il gruppo è arrivato puntuale sul palco, carico con il primo pezzo estrapolato direttamente da “Wilder Mind“, ultimo album in studio (uscito il 5 maggio scorso): “Hot gates” ha scaldato il pubblico, impazzito poi sulle note di “I will wait for you”. Il frontman, Marcus, ha interagito più volte con la folla, mostrando insieme al resto della band lo sforzo di voler comunicare in italiano, divertendo e compiacendo un pubblico già coinvolto dalla musica. Non sono mancati gli elogi di rito all’Italia, tanto per assicurarsi una volta per tutte l’amore di un pubblico che, a differenza delle edizioni passate, era variegato, pieno di giovani e moltissimi stranieri.
L’ultima fatica dei Mumford ha ricevuto pareri contrastanti per il loro cambio di stile, ma l’arrivo del banjo sul palco già al secondo pezzo ha fatto tirare un sospiro di sollievo collettivo. Le nuove sperimentazioni musicali della band di Marcus Mumford non hanno intaccato la qualità di un live carico di energia, proseguito con canzoni come “Roll away your stone”, “Snake eyes”, “Awake my soul” e “Belive” (no, non quella di Justin Bieber), primo singolo estratto da “Wilder Mind”. Tra i brani di successo i Mumford & Sons hanno proposto “The cave”, “Dust Bowl” dance e “Little lion man” da “Sigh no more” (2009), poco prima di lasciare spazio al bis i membri della band si sono uniti attorno al microfono per intonare “Timshel” e “Cold arms”, la chiusura invece é stata affidata a “The Wolf”.
I Mumford & Sons ci hanno regalato poco meno di due ore di spensieratezza e buona musica, con un miscuglio di generi sapientemente calibrato. Il pregio della band é sempre stato quello di essere riuscita a rendersi riconoscibile nel suo stile, personalizzando un genere come il folk senza abbandonare la vena rock, emersa prepotentemente in alcuni momenti del live. Per quanto riguarda il loro cambio di rotta con “Wilder Mind“, ben vengano la sperimentazione e la crescita, sperando che portino a una maturazione valida tanto quanto i primi lavori, per i quali parlano già le vendite. Ottimo inizio per questa ricca e promettente edizione del Pistoia Blues.