Pete Doherty, per l’ennesima volta, non sta vivendo un momento molto felice in quanto si è visto costretto a cancellare alcune date del tour per andare in rehab. Il comunicato ufficiale parlava molto chiaramente di trattamento di riabilitazione. Insomma, sembrava che anche per Pete Doherty il baratro della distruzione fosse ormai più che certo.
Era febbraio quando presso la Cob Gallery di Camden fu allestita una mostra dove l’artista autore dei quadri fu proprio Pete Doherty: dipinti molto essenziali ma nello stesso tempo pieni di sangue e in qualche modo angoscianti. La mostra, per l’occasione, che era stata battezzata “On Blood: A Portrait of the Artist” vantava quindici opere e i critici d’arte aveva iniziato ad alzare l’attenzione verso questa arte molto particolare di Pete che aveva utilizzato, per dipingere, il suo sangue, mischiato ad altri colori di tempera.
E’ notizia di qualche ora fa, invece, l’asta battuta per il dipinto che Pete Doherty avrebbe dipinto assieme ad Amy Winehouse. Non è certo notizia nuova che i due erano molto amici e sembra che questo dipinto sia stato iniziato da Amy proprio con il suo sangue su consiglio e ispirazione dell’amico Pete. Mitch Winehouse, padre della defunta cantante, si è subito scagliato contro Doherty dicendo che era un cattivo esempio per la figlia ma soprattutto il disegno è una schifezza completa e non c’entra nulla con Amy.
Pete Doherty e Amy Winehouse: “Ladylike” venduto ad un prezzo minore delle aspettative
La Cob Gallery di Camden Town, però, sembra aver creduto alle parole di Pete Doherty e ha messo all’asta proprio questo lavoro, dal titolo “Ladylike” lo scorso 11 maggio durante un evento in cui sono stati venduti anche molti altri oggetti che vanno dalle giacche agli strumenti musicali e diari. Il prezzo stimato e auspicabile era 50 mila – 70 mila sterline ma, sembra che i dubbi insinuati dal padre della Winehouse abbiano avuto un pesante riscontro sui possibili acquirenti che si sono contesi il quadro per una cifra minore.
“Ladylike” ripercorre i contorni di un volto umano, unito a degli schizzi di colore su uno sfondo che risulta bianco sporco. Alcuni di quegli schizzi di colore altro non sono che sangue, pratica molto amata da Doherty. Come dicevamo, il dipinto è andato all’asta e l’acquirente lo ha pagato 35 mila sterline, un prezzo molto inferiore del minimo stimato. Infatti, “Ladylike” non ha raggiunto neanche la fascia di prezzo minima che era appunto di 50 mila sterline.
Proprio durante la serata, vi è stata l’asta di altri oggetti appartenenti a Pete Doherty che vanno da dipinti, a diari privati, a chitarre. L’asta ha dunque concluso il periodo di esposizione della propria arte a cura del frontman dei Libertines che sembra interessare ma non convincere. Un responsabile della Galleria Cob ha infatti sottolineato che durante il periodo di mostra vi sono state molte persone interessate alla tecnica, alla dinamica, ai lavori di Pete Doherty ma al momento le vendite erano ridotte a zero. Da questo è nata l’idea di realizzare una vera e propria asta permettendo dunque al pubblico di decidere il prezzo.
Sempre il portavoce della galleria si è soffermato a parlare di “Ladylike” che, ovviamente, anche durante il periodo di esposizione aveva ottenuto un interesse maggiore rispetto agli altri lavori, anche solo perché la firma del lavoro vede protagonista anche Amy Winehouse. Il portavoce ha spiegato che non vi era l’intenzione di vendere questo quadro attraverso l’esposizione anche solo perché in realtà esso non è di proprietà esclusiva di Pete. Insomma, anche l’ultimo barlume d’arte di Amy è stato venduto, anche se sotto i livelli previsti e, parte del ricavato andrà alla Fondazione Amy Winehouse creata dai genitori della cantante.
Mark Ronson confessa che Amy Winehouse era gelosa di Adele
Intanto la memoria di Amy Winehouse viene continuamente ripresa, non sempre con ricordi positivi: Mark Ronson, produttore di fiducia della star che co-firmò “Back to back” ha confessato che in uno dei loro ultimi incontri, Amy sembrava particolarmente agitata e quasi arrabbiata. Il motivo di tutto questo risentimento non fu altro che Adele.
A detta di Mark Ronson, infatti, Amy Winehouse sentiva molto la pressione del successo di Adele e seppur anche lei riconosceva le profonde doti vocali della cantante, non riusciva a fare a meno di provare della gelosia. Eppure, fu proprio Amy Winehouse a raggiungere un successo stratosferico, l’ammirazione di moltissimi volti noti della musica ma anche della moda, basti citare le creazioni di Jean Paul Gaultier ispirate al look della cantante ma, la voce di “Back to Back” ormai, non c’è più e sarebbe anche ora che riposasse in pace.