L’Unesco ha decretato Pesaro “Città della musica” 2018 e lo ha annunciato su Facebook il sindaco di Pesaro Matteo Ricci in vista del 150esimo anniversario della morte del compositore Gioacchino Rossini: “L’Unesco a Parigi ha appena comunicato la vittoria della nostra città. Un risultato storico, un volano straordinario per lo sviluppo culturale e turistico“.
L’incoronazione ufficiale è avvenuta a Parigi mentre in una conferenza stampa a Pesaro il sindaco Matteo Ricci e l’assessore alla bellezza Daniele Vimini hanno annunciato l’avvio di una serie di manifestazioni e progetti che accompagneranno non solo il 2018 ma d’ora in poi l’attività culturale della città: si comincerà il 22 novembre, giorno di Santa Cecilia patrona della musica, con una festa istituzionale cui è stato invitato il ministro Dario Franceschini e dove si renderà ufficiale e istituzionale l’investitura Unesco davanti ai rappresentanti in Italia dell’Unesco e una delegazione di istituzioni e del comune di Bologna. Due giorno dopo, il 24 novembre, ci sarà una festa dove tutti i quartieri si riempiranno di musica fino a notte tarda con una Notte bianca della Musica che vedrà il coinvolgimento delle scuole e di tutti i quartieri della città.
Queste le parole del sindaco Matteo Ricci: “Sarà il modo per condividere con tutta la città questo importante riconoscimento. Ed anche il modo migliore per avviare tutta una serie di eventi e progetti che dovranno accompagnare di qui ai prossimi anni questa investitura. Questo è un risultato storico che premia anni di lavoro scrupoloso, ma anche di tentativi andati a vuoto, ma che rappresenta un volano straordinario per la città e questa provincia. È un riconoscimento che rimane per sempre e che ha un valore enorme in termini di promozione e che si potrebbe tradurre anche economicamente in decine di milioni di euro. Abbiamo puntato fortemente sul settore in chiave turistica: ora la visibilità Unesco sosterrà in modo importante la nostra vocazione. Aprendo nuove prospettive anche in campo economico. La città della musica doveva avere la musica. Sdoganarla in tutte le forme, comprese quelle leggere e popolari. Abbiamo moltiplicato le occasioni: in centro, nelle piazze, nei locali. Inserendola ovunque. E’ stata la nostra strategia e alla fine ha pagato.”
Nel corso della conferenza stampa il vicesindaco Vimini ha parlato di un asse Pesaro-Bologna sul quale si svilupperanno diverse iniziative musicali così come con Siviglia, altra città della musica Unesco e dai chiari rimandi rossiniani: “Un grande lavoro di squadra, ringrazio tutti i collaboratori e coloro che si sono battuti per questo risultato storico. Un grazie a tutte le realtà musicali della città, nessuna esclusa, che con la loro passione e il loro fare musica hanno reso possibile questo riconoscimento mondiale. Per il momento non ci sono soldi ma di fronte a dei progetti, l’Unesco stanzierà dei budget che li sosterranno“.
Grazie al lavoro di questi mesi sarà possibile inaugurare a Palazzo Montani Antaldi il museo dedicato a Gioacchino Rossini, per il quale è stato stanziato 1 milione di euro, e con la prossima approvazione della legge sul 150esimo di Rossini arriveranno altri 750mila euro da destinare a eventi. In più, la Regione ha annunciato che farà la sua parte e non solo in termini organizzativi e i fondi dell’Unesco serviranno a far partire tutta una serie di lavori (come il rimodernamento del vecchio Palasport), che aiuteranno a dotare la città di tutte le infrastrutture necessarie.
Questo invece il pensiero dell’ambasciatore Giorgio Girelli, presidente del Conservatorio statale di musica Rossini di Pesaro: “Debbo un convinto e forte grazie ai direttori ed ai docenti del Conservatorio Statale Rossini per l’apporto didattico e gli approfondimenti scientifici che nel corso degli anni hanno qualificato l’istituto, rendendolo perno significativo del riconoscimento di Pesaro quale “Città della musica” ricevuto dall’Unesco, organizzazione culturale dell’Onu. Va dato atto al sindaco Matteo Ricci e all’assessore Daniele Vimini dell’intenso ed efficace impegno nel coordinare adempimenti e collegamenti che hanno condotto allo splendido risultato, atteso da anni.
Rammento che già nel 2009 l’allora direttrice del Servizio pianificazione strategica del Comune di Pesaro Fiorenza Martufi curava la elaborazione del dossier da presentare appunto all’Unesco e nell’ambito del quale le caratteristiche del Conservatorio Rossini occupavano otto pagine dell’elaborato. L’attenzione è stata assidua anche perché il tempo trascorreva e sembrava che la documentazione presentata non appagasse le esigenze dell’Unesco, che ha insistito a lungo sulla necessità di dimostrare “maggiore proiezione internazionale e più intense assicurazioni sulla futura programmazione artistica” dell’attività musicale pesarese.
Accanto ai determinanti apporti sul piano specificamente operistico del Rossini Opera Festival e del suo “padre” Mariotti, e, per il profilo scientifico, della produzione della Fondazione Rossini, non sono mancati, ad adiuvandum, tratti di “proiezione internazionale” anche del Conservatorio rossiniano, quali le relazioni e le collaborazioni attivate tramite Erasmus (Universitaet der Kunst di Vienna; Conservatorium Van Amsterdam; Hochschule di Lipsia; Sibelius Academy di Helsinky; Conservatorio Superior de Musica di Madrid; Academic School of Music di Mosca; Conservatorio di Musica di Pechino). Vanno poi aggiunti la permanente attività didattica a Pesaro di docenti provenienti da Argentina, Bulgaria, Russia, Spagna, San Marino mentre gli studenti affluiscono da più di 30 diversi Paesi. A ciò si aggiungono i Concorsi internazionali di clavicembalo e di fagotto, anche questi frequentati da numerosi studenti stranieri.
E Pesaro si conferma degna erede di Rossini.”