L’anno scorso si è parlato moltissimo di “Pearl Jam. Twenty” documentario ma anche biografia di una delle storiche band di Seattle, ossia i Pearl Jam. A cura di Jonathan Cohen e Mark Wilkerson, la biografia si presenta davvero molto corposa: 384 pagine per raccontare le prodezza, la vita, i successi ma non solo di una band emblema. La ricca biografia uscirà per Rizzoli e il costo si aggira dai 38 ai 45 euro. Coloro che hanno già avuto il piacere di tenere fra le mani il lavoro, però, hanno espresso un parere molto positivo: “Pearl Jam. Twenty”, è un libro da avere assolutamente. Da mettere fra i libri da collezione.
A riguardo, XL Repubblica ha dedicato tanto di servizio a cura di Cameron Crowe che con la band, come ormai sappiamo molto bene ha un rapporto stretto; egli ovviamente è stato un capitolo fondamentale ma soprattutto il regista del docu-film. Della formazione, però, hanno parlato anche altri volti noti come Dave Grohl e Bruce Springsteen ma non solo, anche U2 e Chris Cornell.
“Pearl Jam. Twenty”: un libro da collezione, tutto da sfogliare
Ci troviamo davanti ad un simbolo della musica mondiale e, le parole, sono davvero superflue quando ci si trova a parlare dei Pearl Jam; proprio per questo vi lasciamo con l’incipit della biografia, un costo non molto a buon mercato ma, i cugini d’oltreoceano hanno già fatto una scorpacciata del lavoro e i commenti a riguardo sono davvero molto positivi. Ecco parte della scheda del libro:
Nell’autunno del 1990, un gruppo di musicisti si riunisce in una sala prove di Seattle: il primo incontro di Eddie Vedder con Jeff Ament, Stone Gossard, Mike McCready e Dave Krusen è elettrizzante. Nel giro di un anno, l’album di debutto dei Pearl Jam, “Ten”, li proietta tra le celebrità. Al culmine della fama, la band rifugge le luci della ribalta, rifiuta di girare videoclip e di concedere interviste, pubblica dischi che vengono incensati dalla critica e gira il mondo con indimenticabili concerti sold out: eppure le dinamiche del gruppo restano un mistero anche per i fan più accaniti.
Anche solo da queste brevi righe ci ritroviamo catapultati in quegli anni Novanta che quasi possiamo toccare, quasi né sentiamo l’odore:
Questo libro racconta finalmente la storia dei Pearl Jam, con tutta la loro carica di energia e il loro spirito di indipendenza. Attraverso la viva voce dei protagonisti, che si rivelano con intelligenza, passione e sincerità, si ripercorre un viaggio lungo vent’anni, dai primi passi nel mondo della musica fino ai giorni nostri. I musicisti parlano dei concerti preferiti e dei momenti chiave della loro storia – la devastante perdita di Andy Wood, la battaglia con Ticketmaster, la tragedia di Roskilde – e spiegano perché hanno deciso di usare la popolarità per impegnarsi per la giustizia sociale. Per realizzare “Twenty”, la band ha aperto gli archivi, ha raccolto materiale da amici e familiari e ha chiesto la collaborazione del veterano della critica rock Jonathan Cohen, di Mark Wilkerson – biografo di Pete Townshend – e di Regan Hagar, artista grafico e batterista nei Brad di Stone Gossard.
Ci troviamo davanti sicuramente ad un lavoro molto emozionante. Una apertura, una porta aperta verso una band che ha dato il suo contributo fondamentale alla musica internazionale, pur non perdendo mai le caratteristiche di grunge a lei tanto care:
Il risultato è un autoritratto intimo e inedito, ricco di aneddoti, memorabilia e appunti tratti dagli archivi personali dei musicisti e di immagini, disegni e lettere mai pubblicati. Le testimonianze sono affi ancate da interviste esclusive a personaggi leggendari come Chris Cornell, Dave Grohl, Ben Harper, Ian MacKaye, Bruce Springsteen, Pete Townshend, Neil Young. Arricchito da una prefazione dell’amico regista Cameron Crowe, questo volume è la prima storia uffi ciale di uno dei gruppi rock più signifi cativi del nostro tempo.
“Pearl Jam Twenty” fa dunque parte di questo lavoro per festeggiare il ventesimo anniversario della band e, il capitolo più incisivo è sicuramente stato il documentario a cura di Cameron Crowe e presentato al Toronto International Film Festival. Un film che così come lo è il libro è una riproduzione minuziosa di tutta la storia della band con tanto di interviste, spezzoni live e un archivio dove Crowe si è buttato totalmente per costruire un docu-film che in qualche modo è il marchio di fabbrica stesso della formazione.
Concludiamo con alcune preview del lavoro, ringraziando XL Repubblica per aver messo a disposizione ciò:
L’ultima volta che ho visto i Pearl Jam mi sono seduto sul bordo del palco e ho pianto. Gente, questa band è sopravvissuta. Sono ancora in giro e la cosa mi rende felice. Dopo il concerto ho mandato un messaggio a Eddie, gli ho scritto quanto m’ero emozionato. sono sopravvissuti senza colpa, né vergogna. Sono sopravvissuti grazie alla musica. [Dave Grohl]
Alive e Jeremy sono state le loro prime canzoni che ho sentito. Mi ha colpito la voce di Eddie, era insolita per l’hard rock. Possedeva una sorta di tremolo folk che la rendeva unica nel suo genere. Ho sempre pensato che quel tremolo fosse in grado di arrivare dritto al cure creando intimità nel bel mezzo di un suono violento. [Bruce Springsteen]