Ma si, infondo tutto questo chiacchiericco da “social-bar” circa la fine del mondo non è poi tanto male. Del resto se dovessimo soffermarci a prendere in considerazione l’eventuale ipotesi della fine del genere umano paragonata alle stupidaggini che giornaliermente ci propone la rete (con strani casi di idiozia derivante da un uso smodato e sconsiderato di social network ecc.), allora forse non è poi tanto male come idea.
Proviamo a renderla facile: madre natura crea e madre natura distrugge. Peccato però che non fa differenze (madre natura) tra chi cerca di non far affondare la barca, chi si mette d’impegno per farla affondare e chi porta avanti un gioco lurido e schifoso che comprende il togliere l’acqua con un secchio a poppa e rimettercela a prua. Ma non è questo il contesto giusto per affrontare un tema delicato come questo.
Diciamo solo che la rete è uno strumento che va usato con parsimonia ed intelligenza altrimenti va a finire che tutta la nostra emotività viene scaricata in rete e non si cancella più; e si innesca una reazione a catena e si viene colti da quella che alcuni neurologi americani hanno denominato la “sindrome del BlackBerry fantasma”: in poche parole siamo talmenti abituati (ma non allenati) ad usare la tecnologia che quando ci manca (nel caso specifico il cellulare) il nostro cervello produce dei suoni che ci fa sentire la suoneria o la vibrazione del cellulare anche quando è spento. Ma pensate voi come siamo ben controllati e certificati.
Ma oggi è un’altra la notizia: girovagando in rete tra siti web, blog e social network tra i vari Live Tour annunciati nel 2012 a cui si anticipano uscite discografiche e rimasterizzazioni (tra cui ricordiamo che tra gennaio e febbraio 2012 sarà nel mercato una rimasterizzazione del vinile L.A. WOMAN dei Doors, in occasione del quarantennale che si è celeberato nell’aprile di quest’anno) c’è una notizia in particolare che fa scalpitare gli amanti del genere: i Pearl Jam capitanati da Eddie Vedder dovrebbero annunciare oggi, 5 dicembre 2011, la loro presenza in Europa per un Tour nel vecchio continente.
La notizia trapela da un messaggio inviato dallo staff del sito ufficiale della band di Seattle sull’omonimo forum, raccomandando agli iscritti al fan club di regolarizzare la loro posizione laddove non l’avessero fatto (ricordiamo che è prassi comune oramai concedere agli iscritti al fan club il diritto di prelazione per acquistare i biglietti per le date dei Live Tour rispetto al pubblico di massa non iscritto). E già la rete è intasata da fan e pubblico irrequieti di sapere se la notizia ha fondamenta oppure no.
Del resto, a bene pensarci, quest’anno nel mese di settembre è stata proposta la proiezione del film PJ20 (Pearl Jam Twenty); si è celebrato il ventennale dell’uscita di “Ten” il loro primo lavoro discografico inserito anche dalla rivista Rolling Stone tra i 500 migliori album di sempre; Eddie Vedder ha proseguito la sua carriera solista in seguito all’uscita del suo album “Ukulele Song” interamente cantato e suonato dallo stesso Vedder con l’utilizzo di un ukulele (utilizzando la stessa tecnica Eddie Vedder ha interamente scritto anche le colonne sonore del film Into The Wild scritto e diretto da Sean Penn); hanno oltremodo annunciato nel mese di Luglio di quest’anno nove concerti che si sono tenuti nel mese di Novembre tra il centro e sud America e a Settembre in Canada, e così via.
E in tutto questo contesto ci chiediamo: sarà mai possibile che l’Italia resti esclusa dai “giochi”? In questo caso non credo, perchè Eddie Vedder ha sempre rinnovato la stima per il BelPaese anche se l’ultima volta che i Pearl Jam ci hanno omaggiati di un loro concerto è stato nel 2010 in occasione dell’ Heineken Jammin Festival.
Diciamo così: voci di corridoio corrono veloci nell’affermare che in Italia potrebbero fare tappa a San Siro. Del resto, scrivo con un pò di tristezza, è una delle poche strutture in Italia in grado di ospitare eventi del genere, e per di più sono sempre relegati al nord Italia dimenticando il sud che ha aree consonsone ad essere attrezzate per accogliere eventi di tale portata. In ogni caso, mentre ci si avvia a risolvere tale dubbio, rimaniamo “on air” con la speranza che anche i Pearl Jam (dopo Springsteen, The Who e Coldplay giusto per citarne alcuni) ci possano omaggiare della loro presenza. Al pubblico italiano non manca occasione di far avvertire tutto il calore e l’affetto di cui dispone ad artisti internazionali ponendo a questo proposito la fine del mondo in secondo piano.