Un debutto a San Siro promosso a a pieni voti: la prima delle due date italiane del tour dei Pearl Jam ha accontentato tutti, dai nostalgici del gruppo grunge esploso negli anni ’90 a chi da poco si è accostato alla band di Eddie Vedder.
Lo spettacolo offerto è di quelli che rimangono ben impressi in mente, un mix di musica ed emozioni che sfociano nella consapevolezza che Eddie Vedder non ha forse più l’ agilita’ degli anni novanta (ieri il cantante non era fisicamente in gran forma per via di un infortunio al piede) ma ha ancora tanto da dare al suo pubblico. Il primo regalo per i fan lo fa alle 17.55, quando con indosso la maglia azzurra n.10 irrompe sul palco a sorpesa per una versione acustica di “Porch”. Da li a poco i maxi schermi trasmetteranno la sciagurata partita degli azzurri in Brasile e visto il risultato finale Eddie sa che deve regalare un ottimo motivo per cancellare la delusione nei volti dei presenti.
Missione compiuta perché l’ avvio è di quelli che ti riportano indietro negli anni con “Release”, “Nothingman” e “Black” sparata subito dopo “Sirens” ad inizio della scaletta. E Dopo? E dopo si spinge sull’acceleratore e giu altri due sorsi di vino rosso che scende rapidamente via come “Go”, “Do the Evolution”,”Corduroy” fino a “Lightning Bolt” e “Mind your Manners” che se pure non ha entusiasmato alla pubblicazione del disco hanno comunque convinto i piu’ scettici (la sottoscritta) nella loro versione live.
Se la voce di Eddie non ha tradito le attese non sono stati da meno i quattro ragazzotti, visibilmente invecchiati, che lo hanno accompagnato: “Even Flow” e l’assolo di Mike McCready ne sono testimonianza cosi’ come il rock pulsante di “Rearviewmirror” che introducono al primo dei due encore.
La seconda ora di live riparte dai ricordi di Eddie e dalla sua ultima volta a Milano: “Quattordici anni fa suonavo a Milano e quella sera ero distrutto ma conobbi una ragazza speciale, che prima è diventata mia moglie e poi la madre dei miei bambini. Lei è la mia Eva Kant” e a lei, dietro le quinte, è dedicata “Just Breath”.
Spazio agli snippet di “WMA”, “It’s ok” e “Let it go” (dal film Disney Frozen) sul finale di “Daughter” mentre “Jeremy”, “Better Man”, “Porch” e “Alive” preparano il pubblico per il grand finale che arriva con “Rockin’ in the free world” accompagnato alla chitarra dal giovane figlio di Matt Cameron, mentre a “Yellow Ledbetter” il compito di spegnere le luci di San Siro.
Io ho ancora la pelle d’oca da venerdì.. Non dimenticherò mai questo concerto! Fantastico è dir poco!
E anche a me ha emozionato Just Breath dedicata alla moglie…. la mia canzone preferita, che non era in scaletta. Forse non ho mai smesso di sperare che l’avrebbe fatta! <3