Ólafur Arnalds, dopo il successo del primo album solista “Eulogy for Evolution” del 2007 e dell’Ep “Variations Of Static” del 2008, torna a far parlare di sè con “… And They Have Escaped the Weight of Darkness“, pubblicato nell’Aprile 2010. L’universo sonoro di Ólafur è quello che ha fatto conoscere l’Islanda musicale in tutto il pianeta, dalle suite senza fine di Sigur Ros e Mùm, alle ricerche raffinatissime costruite dagli archi e da flebili echi elettronici che rimandano alla scuola di Johann Johannsson e Peter Broderick fino al puro classicismo del pianoforte che poi è il vero protagonista della musica di questo toccante e straodinario compositore classico. All’età di soli 23 anni, ciò che risalta di Ólafur è che è un artista maturo, non solo liricamente ma soprattutto nella composizione delle sue opere. Un disco di magia pura che Ólafur Arnalds ha portato in concerto in Italia a fine Ottobre registrando favorevoli riscontri a Milano e Roma. L’artista ha trovato ispirazione per la sua ultima fatica discografica nella poesia di Werckmeister Harmonies, la fantasia elegiaca della regista ungherese Béla Tarr. Se vi state chiedendo se Musica classica e pop possono essere la stessa cosa, la risposta è si. Grazie ad Arnalds in alcuni casi le due anime, solo all’apparenza così lontane, si toccano, si muovono insieme in un magmatico, dolcissimo incanto di nove brani. Il disco, edito da Erased Tapes (UK), è già in distribuzione in italia tramite SELF.