L’odio di PSY verso gli USA si trasforma in amore, ecco le scuse

1
1592
PSY
PSY | © Michael Kovac/Getty Images

Il successo del tormentone di PSY “Gangnam Style” ha contagiato proprio tutti. Negli scorsi giorni abbiamo fatto le pulci economiche a PSY che in un solo anno e con un solo singolo ha conquistato una fortuna monetaria. Nelle scorse ore, però, si è parlato di PSY per un’altra motivazione già dibattuta in tutti i principali telegiornali a livello mondiale. Partiamo dal principio: la febbre del “Gangnam Style” sembra non aver lasciato immune neanche il presidente americano Barack Obama e moglie che, hanno più volte ribadito la loro approvazione verso il tormentone del 2012. Indagando nel passato di PSY, però, si scopre che il rapper coreano nel 2004 aveva preso parte al concerto dei N.e.x.t e dal palco aveva promosso una canzone pesantemente anti americana, dove si sottolineava quanto gli USA fossero degli assassini. La Cnn, la protagonista che ha scoperto questo scoop d’annata, ha deciso di indagare ancora meglio e ha scoperto che PSY in un’altra occasione ancora aveva sfasciato sul palco un carro armato americano, così da rendere esplicito il suo odio per gli USA. Odio una parola forse troppo forte? Leggendo e documentandosi sugli atti di PSY nel 2004, odio sembra l’unica parola adatta per descrivere il comportamento del rapper.

Naturalmente, in questo caso, la musica c’entra ben poco ma la questione si apre a dibattiti politici che hanno visto USA e Corea del Sud affrontare questioni molto spinose. Di certo, finché PSY era un perfetto sconosciuto, a nessuno interessava il suo passato ma, ora, che è diventato una vera e propria star ogni scheletro nell’armadio scatena uno scoop ingente. Tanto imbarazzo da parte di PSY che ha letteralmente sputato sull’America e tanto imbarazzo anche alla Casa Bianca che ha preferito non commentare l’accaduto. Il rapper coreano ha potuto solo fare una cosa, quella di porgere le scuse dicendo che gli accaduti del 2004 “Sono stati una reazione emotiva. Mi scuso per i toni incendiari, apprezzo la libertà di espressione ma ho capito che bisogna porsi dei limiti”. Meglio tardi che mai.

PSY
PSY | © Michael Kovac/Getty Images

Scuse doverose ma che puzzano proprio di bruciato. Barack e Michelle saranno presenti comunque al concerto di Washington? La Casa Bianca sembra non voler far scoppiare un ulteriore caso diplomatico e sembra che il presidente e la moglie saranno regolarmente presenti al live di PSY che, immaginiamo, porgerà nuovamente le sue scuse anche sul palco. PSY ha commentato l’accaduto scusandosi, come abbiamo già potuto leggere, dicendo che gli atti del 2004 sono stati una reazione alla guerra in Iraq. Di certo, se PSY fosse stato un emerito sconosciuto, gli USA si sarebbero comportati diversamente e le sorti di PSY non sarebbero di certo così candide ma, si sa, quando c’è di mezzo la popolarità tutto sembra essere scusato.

Ricordiamo infine che il rapper è atteso a Washington per un concerto natalizio che vedrà in prima fila Barack Obama e la first lady Michelle; negli USA il concerto di Natale di Washington è molto sentito e il ricavato sarà devoluto al National Children’s Medical Center. D’altra parte PSY cantava “Dear America” dove “Cara” era una presa in giro bella e buona, dirà nuovamente Dear America? Staremo a vedere se il rapper porgerà nuovamente le sue scuse ufficiali oppure farà finta che nulla è accaduto, tanto, il 2004 è ormai epoca lontana. Otto anni dove nel corso del tempo PSY si è esibito anche davanti ai soldati americani spiegando il tutto come “Un grande onore”. Insomma il pensiero di PSY verso l’America sembra proprio essere mutato, da profondo odio (vedasi 2004) fino a rispetto, libertà di  parola, orgoglio e tante parole belle verso gli USA (vedasi 2012). Le scuse puzzano di costrizione e di atto doveroso per non scatenare una imbarazzante questione diplomatica, nulla di più e nulla di meno.

1 COMMENT

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

 

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.