Prendete il britannico Guardian e una classifica con i 10 brani italiani più influenti della storia della musica pop e ne vedrete delle belle. Il quotidiano sul suo sito ufficiale ha infatti pubblicato ieri, nell’ambito della rubrica “Sounds of Europe” che passa in rassegna la musica di diversi paesi europei (dalla Francia alla Polonia toccando anche Germania, Spagna e Belgio) un elenco con le tracce considerate simbolo della musica italiana. E le sorprese non mancano, dato che accanto a Fabrizio De Andrè, Adriano Celentano e Lucio Battisti, hanno trovato spazio anche Paola e Chiara, che vengono ricordate per “Non Puoi Dire Di No” estratto dall’album “Giornata storica“.
Ci sono poi i Goblin dei quali viene ricordato “Profondo Rosso“, pezzo usato nella colonna sonora dell’omonimo film di Dario Argento; Giorgio Moroder; Valerie Dore; Livin’ Joy e Simone Cristicchi con “Studentessa Universitaria“. Di Battisti viene ricordata “Ancora tu”, mentre è “La guerra di Piero” il pezzo scelto nel repertorio di De Andrè. “Prisencolinensinainciusol” quello del Molleggiato.
E nulla togliendo agli artisti inseriti, forse si sarebbe potuto ricordare di meglio, che ne dite?
Sulla scia del pezzo pubblicato ieri, oggi trova spazio un secondo capitolo dedicato alla musica contemporanea che partendo dalla premessa relativa al fatto che la lingua italiana si presti alla melodia passa in rassegna ciò che il panorama musicale nostrano offre oggi: da Eros Ramazzotti presentato come emblema del pop italiano a Tiziano Ferro e al suo suono più vicino all’R&B.
Tra i nomi ricordati come i più influenti degli ultimi anni ci sono Gianna Nannini, Vasco Rossi, Luciano Ligabue, ma anche Marlene Kuntz, Afterhours ai quali vengono affiancati i Verdena considerati loro eredi. Brunori Sas, I Cani completano il giro sull’Italia del Duemila così come la si vede dal di fuori.
Classifiche che trovano il tempo che trovano. La percezione che uno straniero ha della lingua e della melodia italiana sono differenti. La lingua italiana e’ meno melodica di quella anglosassone, e comunque tanti altri fattori condizionano oggi le vendite. Le case discografiche in forte crisi spingono da alcuni anni anche sui prodotti italiani, vedi soprattutto paesi di lingua spagnola, dove il livello della canzonetta e’ assolutamente pessimo, la comunicazione globale poi ha fatto il resto. Il risultato e’ quello di celebrare cantanti assolutamente banali e ripetitivi come Ramazzotti ecc. A mio avviso trovo naturale la citazione su Battisti, artista geniale, innovativo e non ripetitivo, che rifiuto’ di firmare un contratto di collaborazione con il maneger dei Beatles negli anni 70, cosa che la dice lunga su come la pensassero gli addetti ai lavori in merito alle qualita’ degli “70..
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