La musica non ama Donald Trump?

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La scorsa notte si è tenuto “Make America Great Celebration“, il concerto dell’insediamento di Donald Trump come nuovo Presidente degli Stati Uniti ai piedi del Lincoln Memorial a Washington: Trump e la sua famiglia hanno faticato non poco a mettere insieme degli artisti che suonassero al loro concerto dopo che tantissimi hanno rifiutato, tra cui Moby, Charlotte Church e anche una cover band di Bruce Springsteen.

Mentre il concerto inaugurale di Obama ha visto artisti come Mary J. Blige, James Taylor, Josh Groban, Sheryl Crow, will.i.am, John Legend, Jennifer Nettles, Garth Brooks, Stevie Wonder, Usher, Shakira, U2 e Bruce Springsteen, il concerto di Trump ha visto Toby Keith, Lee Greenwood, The Frontmen Of Country, Sam Moore, the Piano Guys e i 3 Doors Down.

Accompagnati dalle note di “Heart of stone” dei Rolling Stones Trump e Ivanka hanno fatto ingresso sulla scena e hanno salutato il pubblico. Dopo l’inno nazionale eseguito da Evancho, Sam Moore ha cantato “America The Beautiful“, Toby Keith ha eseguito una selezione da “Americana” e i 3 Doors Down hanno eseguito quattro pezzi, “The Broken”, “When I’m Gone”, “Kryptonite” e “Here Without You”.

Ovviamente le reazioni soprattutto sui social non si sono fatte attendere: moltissimi hanno fatto notare la differenza tra il concerto di Trump e quello del suo predecessore, altri hanno ironizzato sulla presenza dei 3 Doors Down, e molti altri hanno notato come il concerto fosse “noioso“. Le reazioni dei seguaci di Trump non si sono fatte attendere e hanno replicato invece che il concerto è stato “grandioso“.

In contemporanea, gli Audioslave si sono riuniti per tenere un “Anti Inauguration Ball” questo fine settimana, mentre anche altri gruppi come The National e Common si stanno organizzando per tenere dei concerti contro Donald Trump. Nello stesso momento moltissime donne si sono riunite per tenere in tutto il mondo “Women’s Marches“, un evento per difendere i diritti delle donne dalla misoginia di Trump con Fiona Apple che ha scritto “Tiny hands“, la canzone dell’evento. Ma non è la sola. Gli Arcade Fire hanno condiviso una nuova canzone che vede la partecipazione del cantante blues Mavis Staples, “I Give You Power“, dichiaratamente anti-Trump e i cui proventi andranno alla American Civil Liberties Union e i Gorillaz hanno prodotto un nuovo singolo sempre contro Trump, “Hallelujah Money“, con la presenza di Benjamin Clementine.

In tutto questo si va ad aggiungere dramma al dramma, se ciò fosse ancora possibile, con la polemica che in queste ore sta divampando tra lo staff del Presidente Trump e Kanye West: Tom Barrack, il capo del Comitato Inaugurale Presidenziale, ha detto che West non è stato invitato in quanto la sua musica “non è tipicamente e tradizionalmente americana”. Ne vedremo delle belle.

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