Il decreto Valore Cultura, trascorsi i tempi tecnici stabiliti dall’ordinamento giuridico italiano, è legge e significativi passi – seppur piccoli – vengono mossi in materia di musica dal vivo. Il sì del Senato risale allo scorso mese di Settembre mentre per l’approvazione della Camera la seduta per la validazione del decreto “Valore Cultura” era prevista il prossimo 8 Ottobre, anticipata al 3 Ottobre, in Gazzetta Ufficiale a breve. Tra le significative novità approvate nel decreto, con specifico riferimento alla materia di nostro interesse, arriva l’introduzione di una “tax credit” con l’aggiunta dell’applicazione del credito d’imposta al 30%, agevolazioni fiscali per le etichette discografiche e defiscalizzazzione per gli artisti emergenti circa le spese di sviluppo, produzione, digitalizzazione e promozione delle prime e seconde opere. Andiamo a vedere nello specifico.
1. Lo scorso 25 Settembre la notizia circa l’approvazione in Senato di nuove misure in materia di spettacoli dal vivo ha fatto il giro del web: in pratica per i locali che ospitano esibizioni dal vivo con un massimo di 200 persone entro le ore 24 è previsto uno snellimento significativo delle precodure burocratiche circa le licenze e le concessioni da richiedere. Da oggi, infatti, i gestori dei locali che organizzano esibizioni dal vivo rispettando tali parametri devono effettuare una semplice autocertificazione allo sportello unico delle attività produttive del comune di loro appartenenza. Uno sforzo significativo – per dovere di cronaca – fu ad opera di Stefano Boeri architetto, urbanista ed ex Assessore alla Cultura del Comune di Milano, che lo scorso Giugno ha lanciato una petizione tramite la piattaforma Change.org.
2. Spazio per i giovani artisti sia italiani che stranieri che potranno prendere in affitto a canoni superagevolati locali messi a disposizione ogni anno dallo Stato scelti tra beni confiscati alla mafia e dismessi, caserme e scuole militari inutilizzate.
3. Per le imprese produttrici e organizzatrici di spettacoli di musica dal vivo è prevista l’introduzione del credito d’imposta “al fine di agevolare il rilancio del sistema musicale italiano” nel limite di spesa di 4,5 milioni di euro annui e fino ad esaurimento delle risorse disponibili, nonchè per le imprese produttrici di fonogrammi e videogrammi musicali. Tale credito d’imposta è pari al 30 per cento dei costi sostenuti fino all’importo massimo di 200.000 euro nei tre anni d’imposta.
In merito al terzo punto bisogna specificare che, oltre ai fondi stanziati per musei e fondazioni liriche, i fondi messi a disposizione per il triennio 2014-2016 sono elargiti per favorire anche gli artisti emergenti per le opere prime e seconde nonchè le etichette discografiche nate prima del 2012 e non controllate da editori già proprietari di altri supporti di diffusione quali radio o Tv. In pratica, il credito d’imposta già attivo da tempo in campo cinematografico grazie al quale si è resa possibile la promozione e diffusione di opere a cura di artisti emergenti, è stato previsto anche per gli spettacoli di musica dal vivo con la conseguenza che le imprese interessante potranno “guadagnare” fino ad un massimo del 30% su quanto investite e detrarlo, dunque,da quanto dovuto al fisco.
Per il testo completo nelle sue specifiche parti bisogna attendere la pubblicazione del decreto “Valore Cultura” sulla Gazzetta Ufficiale.
Io organizzo un piccolo festival al mio paese con non piú di 200 partecipanti per serata, fa sicuramente molto piacere sentire che non dovremo piú compilare 1000 moduli inutili, il vero problema in ogni caso non é di certo quello, il problema sono i 600 e rotti euro che dobbiamo pagare alla SIAE; o meglio, forse non sarebbero un gran problema se la SIAE volesse davvero una parte degli incassi che realizziamo, ma dal momento che anche quest’anno ci abbiamo rimesso, (per la precisione 850 euro, dato che le spese che un’associazione deve sostenere per un evento sono sempre sicure, i ritorni e le presenze MAI), vorrei chiedere alla SIAE esattamente a quale parte dei miei incassi si riferisce?!
Come va a finire? Che io organizzatore mi stufo di organizzare e mollo tutto, e di conseguenza i gruppi non hanno piú un palco dove suonare.
Sentir dire ancora che la SIAE tutela gli artisti mi fa ridere, la SIAE é la prima nemica della musica libera in Italia.
Ti capisco eccome.. io ho un bar dove 2 volte ho provato a fare karaoke o a far suonare un gruppo musicale..bè… paga 32 € di marca da bollo al comune ogni volta… siae come minimo 80€ + percentuale…+ vuoi dare qualcosa a chi suona? alla fine è solo una rimessa!!!! quanta gente deve venire o consumare per solo ripagare le spese? impossibile è sempre una rimessa!!!!
morale… chi vuol suonare o cantare su un locale o in qualsiasi altra parte si sente rispondere.. mi dispiace .. vorrei ma non posso.
che schifo!
Salve sono proprietario di un locale aperto da poco più di un mese e vorrei fare una serata di musica dal vivo che finisce entro le 24… Cosa devo fare burocraticamente e a che spese vado incontro?
Grazie
Ciao Marco,
ti suggerisco di rivolgerti al Comune di appartenenza (quello dove ha sede il locale per intenderci) e lì troverai tutte le informazioni utili.
Per maggiori informazioni basta consultare il D.L. 91/2013 approvato definitivamente dalla camera lo scorso 3 Ottobre c.a.
Quindi nn dovrei avere spese economiche?
Grazie mille 🙂
Ciao Marco,
trattasi di uno snellimento delle procedure burocratiche.
Basta che ti rivolgi alle autorità competenti così come indicato nel precedente commento.
Spero di esser stato chiaro.