Musica dal vivo, arriva il sì dal Senato

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Concerti Live - © Google Images

Arriva il sì dal Senato per una nuovo Decreto che disciplina la materia della “Musica dal vivo” in tutta la penisola. Per avere l’emendamento ufficiale bisogna aspettare il prossimo 8 Ottobre ma è già un grande passo per un processo di scrematura circa gli adempimenti burocratici da assolvere ogni qualvolta si voglia organizzare, oggi, un concerto in Italia con un’affluenza minore di 200 spettatori entro le ore 24. A lanciare la petizione lo scorso mese di Giugno fu Stefano Boeri, architetto, urbanista ed ex Assessore alla Cultura del Comune di Milano, la piattaforma Change.org ha offerto un sostegno valido ed efficace tale da chiamare a sè 36.714 firmatari a fronte dei 36.000 minimi richiesti.

Procediamo per gradi. Fino ad oggi, una serie di richieste di licenza, permessi, adempimenti burocratici di ogni ordine e grado e così via non hanno di certo favorito lo sviluppo e il diffondersi delle esibizioni dal vivo in Italia, campo d’azione già penalizzato – azzardiamo – per mancanza di culturà e mentalità. Tramite la piattaforma Change.org lo scorso 20 Giugno Stefano Boeri ha lanciato una petizione indirizzata al Ministro Massimo Bray volta a richiedere una nuova legge per la musica dal vivo in Italia. In pochi mesi si contano 36.714 firmatari: tale legge si inserisce nel Decreto “Valore Cultura” presentato dal Ministro Bray in Senato che contempla la semplice richiesta di autorizzazione al Comune di competenza, annullando di fatto l’iter burocratico di licenzi e permessi necessari ad oggi per organizzare un concerto con un affluenza di 200 persone entro le ore 24.

Concerti Live - © Google Images
Concerti Live – © Google Images

In attesa del prossimo 8 Ottobre, giorno in cui si aspetta il sì definitivo della Camera, ecco la lettera integrale scritta da Stefano Boeri a poche ore dall’annuncio ufficiale:

#piumusicalive Ce l’abbiamo fatta!

Qualche minuto fa, il Senato ha approvato il Decreto valore Cultura presentato del Ministro Bray, Un decreto che comprende la norma che introduce una semplice autocertificazione da consegnare in Comune, al calvario di licenze e autorizzazioni oggi necessari per organizzare un concerto con meno di 200 spettatori entro le 24. Il Decreto deve essere approvato dalla Camera entro l’8 ottobre. Da quel giorno in Italia sarà più facile produrre, suonare, ospitare ed ascoltare musica dal vivo. Una linfa vitale che da’ lavoro e diffonde cultura a migliaia di cittadine e cittadini italiani.

È un primo importante passo per rendere più libera la musica dal vivo.

Ringrazio i 47mila firmatari che hanno sostenuto la petizione al Ministro Bray che nel Giugno scorso ha lanciato la proposta dell’autocertificazione. Ringrazio tutti i media che l’hanno sostenuta, a partire da RollingStone Italia. Ringrazio il Ministro che ha subito risposto alla petizione e seguito con attenzione l’iter dell’emendamento.

Ringrazio i numerosi senatori e i deputati che hanno costruito le condizioni per questo voto – a cominciare dal Presidente della Commissione Cultura del Senato Andrea Marcucci e dai deputati Rampi, Bonomo e Costantino.

Ringrazio le associazioni come l’Arci, Assomusica, Mei, Anci e le amministrazioni comunali come Udine e Portogruaro che hanno sostenuto con forza questa battaglia.

Da domani la sfida per moltiplicare le occasioni di musica dal vivo – nel rispetto di tutti: musicisti, utenti, residenti- prosegue. Prosegue su altri temi cruciali per la musica dal vivo, come quello delle tariffe per il diritto d’autore (a partire da un Ordine del Giorno approvato dal Senato che impegna il Governo), della semplificazione delle procedure di autorizzazione per i grandi eventi musicali, della richiesta di un nuovo statuto giuridico per i lavoratori del pubblico spettacolo.

La sfida è quella di redigere una “Carta della Musica dal vivo” da condividere con i protagonisti della scena musicale italiana e da usare come manifesto per agire con efficacia su singoli aspetti della filiera della musica e sulle norme che la regolano.

Ma permetteteci di dire che da oggi, con una musica più libera, l’Italia tutta è un po’ più libera. E ricca. E felice.

 

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