Si è spento nella sua dimora a Bologna il poeta e scrittore Roberto Roversi, noto per la sua critica e per i suoi scritti, fra cui emergono, fra i molti, quelli destinati a Lucio Dalla e gli Stadio. Il poeta nacque il 28 gennaio 1923 e, l’anno prossimo avrebbe raggiunto l’invidiabile traguardo dei 90 anni. Roberto Roversi, da uomo di cultura e letteratura quale era, non ha lasciato nulla al caso ma ha stipulato un testamento con tutte le procedure dettagliate da mettere in pratica dopo la sua morte. I familiari hanno annunciato la sua morte questa mattina e, sempre per sua volontà, non ci saranno cerimonie di nessun tipo, né pubbliche né tanto meno private. Profondo amico di Lucio Dalla, Roberto Roversi è stato un personaggio unico nella cultura italiana; a fianco di Pasolini e Leonetti compose “Officina” mentre con il compianto Lucio Dalla produsse alcune delle più struggenti ballate del cantante.
Il comune di Bologna ha immediatamente rilasciato un messaggio di cordoglio, dove si può leggere:
E’ con dolore che apprendiamo della scomparsa di Roberto Roversi. Partigiano, uomo di cultura, persona che della scrittura ha saputo fare un’arte interpretandola in ogni suo aspetto […] se ne va uno dei più grandi intellettuali che questa città abbia avuto. Una grande perdita.
La città di Bologna quest’anno ha perso infatti tre grandi personaggi quali Lucio Dalla, Stefano Tassinari ed ora proprio Roberto Roversi. Lo scrittore si arruolò fra i partigiani alla tenera età di vent’anni e combatté nella Resistenza del Piemonte. Dopo aver fatto attività di libraio antiquario, Roversi fondò con Leonetti e Pier Paolo Pasolini la rivista “Officina“, seguita poi da “Rendiconti”. Una vita dedicata ai libri, alla letteratura e soprattutto all’autogestione. Roberto Roversi, infatti, ben presto scelse di staccarsi dai grandi editori per limitarsi alla pubblicazione con piccole riviste autogestite. La sua vita si ricorda anche per la profonda amicizia con Lucio Dalla di cui Roversi fu il creatore di molti testi fra cui l’album “Il giorno aveva cinque teste” e “Anidride solforosa” ma non solo. Roberto Roversi curò anche alcuni testi per gli Stadio, come “Chiedi chi erano i i Beatles” e “Doma il mare, il mare doma”.
Nel 2006, dopo che la Libreria Palmaverde chiuse i battenti, Roversi la curò dal 1948 al 2006, lo scrittore assieme alla moglie Elena si ritirarono a vita privata. L’anno seguente, i due coniugi subirono una grave perdita, quella del figlio Antonio Roversi, Sociologo e Professore Ordinario all’Università di Bologna, scomparso a causa di un tumore fulminante. Dopo alcuni anni di ritiro dalla vita pubblica, Roversi si è spento nella sua casa di Bologna con accanto la moglie Elena che ne ha dato l’annuncio. Una grave e sentita perdita per la cultura italiana, nonché nuovamente per la città di Bologna. Riposa in pace, Roberto Roversi.