E’ morta oggi, all’età di 73 anni, Etta James, che con la sua splendida voce ha interpretato celebri successi quali “The Wallflower,” “Something’s Got a Hold on Me” e “At Last“: la notizia è stata diffusa dal manager e amico della cantante, Lupe De Leon, che alla CNN ha confermato le indiscrezioni che si erano diffuse.
All’inizio di Gennaio era stato annunciato che Etta James aveva lasciato l’ospedale presso il quale era stata ricoverata in condizioni critiche a metà dello scorso mese di Dicembre, a causa dello stadio terminale della leucemia che l’aveva colpita nel 2010. Le dimissioni dall’ospedale non erano evidentemente segno di un miglioramento della salute di Etta James, piuttosto frutto delle considerazioni che tutto il possibile era stato fatto per salvarle la vita. Anche in quell’occasione era stato Lupe De Leon a dichiarare che la James si trovava in condizioni stabili e che i medici avevano ritenuto opportuno che lei riuscisse a passare del tempo nella sua casa di Riverside, California, seguita domiciliarmente da un medico, dove oggi si è spenta.
Etta James, una delle voci soul più belle della storia, avrebbe compiuto mercoledì 25 Gennaio, 74 anni. Della sua morte De Leon dice oggi: “E’ una perdita enorme per la famiglia, per gli amici e i fan di tutto il mondo. La sua musica ha sfidato le categorie. Era una mia amica e mi mancherà”.
Una carriera lunga quella di Etta James, all’anagrafe Jamesetta Hawkins nata a Los Angeles nel 1938 da madre afro americana e padre ignoto, nel corso della quale ha collezionato 4 Grammy,17 Blues Music Awards e si è guadagnata l’introduzione nella Rock and Roll Hall of Fame (1993).
La sua vita è stata segnata da molti momenti difficili: la lotta dalla dipendenza da eroina e più di recente la diagnosi di Alzheimer, che il figlio Donto aveva rivelato ai giornalisti. Gli ultimi mesi di vita della cantante erano stati segnati anche da una spiacevole disputa legale tra l’attuale marito di Etta James, Artis Mills, ed i due figli avuti in precedenza Donto e Sametto James: i figli avevano portato in tribunale il compagno della madre, chiedendo che a decidere per lei in ambito clinico e medico fossero loro.