La MK Records ha deciso di riunire le sue produzioni più eccellenti del momento in un solo disco, “4 sounds 1 label“, per mostrare che in Italia anche la musica giovane sa essere di qualità e di classe. L’album riunisce 12 artisti chiedendo ad ognuno di presentarsi con un brano che ne esalti le caratteristiche personali, mettendo insieme realtà diverse della musica, dall’hip hop al pop passando per il rock ed il folk, senza dimenticare le tendenze nuove e l’elettronica.
La raccolta si apre con l’hip hop alquanto scostumato e sincero di Kiave e della sua “Dimmi dove“, dove il rapper (senza peli sulla lingua) si muove agilmente su una superba base soul, e prosegue con il folk degli Spasulati e della loro “Vida“, una vita fiera di mostrare le proprie radici culturali senza remore e paura ma solo con la voglia di divertirsi pensando.
L’album prosegue con il rock cerebrale dei ViolaDiMarte e della loro “A testa in giù“, pezzo energetico e distorto dal testo molto interessante e non banale, e con il pop rock di Comma e della sua psichedelica “Visionario“, canzone molto catchy e che ricorda alcuni lavori dei Bluvertigo.
Con i Miss Fraulein ci imbattiamo nel primo pezzo in inglese del disco, “Battle on ice“, pezzo decisamente rock che richiama episodi giovanili inglesi come gli Ash: incontriamo la gelida lingua d’Albione anche nel pezzo dei Tears and Rage “Never“, pezzo profondamente legato all’hard rock anni ’70 e molto piacevole all’ascolto.
L’immersione nei ritmi stranieri continua con la fantastica “Yallah” dei Mandara, coinvolgente e che ci porta nel terreno della world music che dista solo un tiro di schioppo dal folk rock dei Nuju e dal loro “Il furgone“. Terreno in cui rientriamo con Vito Ranucci e con la sua “Dans le regard“, brano di world music adulto e che sfocia nel jazz e nella musica d’autore.
E’ un disco “Orientato a Sud“, come giustamente fanno notare i Nigro con il loro pop d’autore guidato da una bellissima voce femminile e da melodie insinuanti ed ipnotiche: la direzione cardinale è confermata dai Tarabella con la loro “Cataldo Perri“, brano che affonda in pieno le sue radici nella musica popolare italiana, un tesoro di cui troppo spesso ci scordiamo cedendo a tentazioni estere che non sono, molte volte, di qualità. Tentazioni che potremmo tranquillamente dirottare verso i nostri lidi, come dimostrano i Volo Infermo che chiudono degnamente questo progetto con la loro “Gianfranco de Franco“, pezzo strumentale dalle atmosfere dilatate ed ambient come un saluto ipnotico.
Dobbiamo rendere merito alla MK Records che ha deciso, con coraggio, di presentare i suoi gioielli di ferrettiana memoria, senza remore e senza falsi pudori, come dimostrano le scelte di Kiave, Vito Ranucci e dei Volo Infermo, pezzi difficili che meritano palcoscenici più famosi, visto quello che circola in Italia al momento. Alcuni nomi erano già conosciuti (Nuju e ViolaDiMarte) ma è sempre un piacere riascoltarli, soprattutto se associati a brani molto interessanti come quello dei Mandara e dei Nigro. Davvero un gran bel lavoro di raccolta e presentazione. Davvero un gran bel disco.