Whitney Houston , a pochi giorni dalla sua morte, ha ricevuto innumerevoli tributi dal mondo della musica che ne ha ricordato la splendida carriera stroncata lo scorso sabato da una morte improvvisa: dai messaggi di molte star su Twitter alla dedica di Jennifer Hudson nel corso della cerimonia di consegna dei Grammy Awards 2012, durante la quale la cantante è stata ricordata sulle note di “I Will Always Love You”, passando per il tributo riservatole nel corso delle loro ultime esibizioni live, da parte di una serie di artisti quali Andrea Bocelli e Lenny Kravitz che hanno omaggiato la 48enne cantante dedicandole due brani.
Ovviamente anche gli artisti italiani non sono stati da meno e dopo le parole pronunciate tra gli altri, da Giorgia che ha voluto sottolineare quanto questa morte portasse con sè tanta rabbia, Elisa che ha ribadito il suo amore per la “la regina” di cui ha ascoltato i dischi “fino a consumarli” e Laura Pausini che l’ha definita la sua preferita, da sempre per sempre, arriva oggi l’omaggio di un grande nome della musica italiana. Dalle pagine di Vanity Fair, nel numero in edicola da domani 15 Febbraio, Mina ha infatti parlato della morte di Whitney Houston, “Addio, angelo” scrive Mina che dice:
Se ne vanno, vogliono andarsene. Un’altra tragedia, un’altra assurdità, un’altra assenza, un altro mistero.
Non voglio sapere perché Whitney Houston è morta. Non ho voglia di legare, un’altra volta, un grande talento musicale a storie di droga. L’equazione “maledetta” che associa successoa fragilità, arte a depressione, applausi a farmaci continua a perseguitare un mondo che, solamente in apparenza, contiene solo privilegi.
Non fatemelo sapere, per favore, se fosse veramente così. Me la voglio tenere nella memoria come la vedo io: lunga, bellissima, brava oltre ogni misura. So poco della sua vita. E tutto della sua musica. Un angelo che canta in quel modo avrebbe meritato quello che ormai sembra un “premio” irraggiungibile: una esistenza consapevole, una vita felice. Lei ha veramente inventato un modo di cantare, per niente facile, che tutti hanno tentato di imitare. È diventata il termine di paragone. La cartina di tornasole. Il modello. L’inarrivabilità.
E, come mi capita in casi come questo, non posso fare a meno di pensare a dove va a finire il talento di una persona quando questa persona smette di essere nella forma che conosciamo. Ma non è questo che conta. Se ne è andata. Whitney Houston aveva ancora da vivere per sé e per noi. Ha smesso la sua vita e la sua sofferenza, e noi ci terremo caro ciò che ci ha lasciato
Parole piene di stima nei confronti di quella che senza dubbio è stata una delle voci più belle donate alla musica: “ il termine di paragone. La cartina di tornasole. Il modello. L’inarrivabilità” dice Mina della Houston andata via troppo presto.