Mike Patton omaggia Luciano Berio con “Laborintus II”

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Mike Patton | © LEON NEAL / Getty Images

Gli esperimenti di Mike Patton ancora una volta sono rivolti alla musica nostrana, quella colta e sottovalutata e per questo dimenticata o addirittura non conosciuta da gran parte di noi italiani.

A due anni di distanza dal progetto intitolato “Mondo Cane”, con cui l’eclettico artista ha voluto rendere omaggio alla nostra storia musicale degli anni ’50 – ’60, il grande Patton tornerà con un nuovo album che vedrà la luce il prossimo 3 luglio, con cui conferma la sua ormai nota passione per la cultura del Belpaese. Il disco, realizzato per la sua Ipecac Recordings, è intitolato “Laborintus II” ed è una rivisitazione dell’opera omonima del 1965  composta da Luciano Berio, compositore d’avanguardia e pioniere della musica sperimentale elettronica a livello mondiale, scomparso nel 2003. La pièce di Berio fu scritta per il settecentesimo anniversario della nascita di Dante Alighieri, ispirandosi al poema “Laborintus” di Edoardo Sanguinetti, e fu eseguita per la prima volta ad Amsterdam in occasione del Holland Festival del 1973. Un’evento che passò alla storia non solo per la splendida e apprezzatissima esecuzione, ma anche per la scelta alquanto bizzarra del compositore di entrare in scena accompagnato da una bambola gonfiabile.

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Mike Patton | © LEON NEAL / Getty Images

Il progetto di Mike Patton, in realtà è nato nel 2010, quando l’artista americano e l’Ictus Ensemble di Bruxelles suonarono l’opera di Berio ad Amsterdam, più precisamente sullo stesso palco su cui si è esibito il compositore italiano esattamente trentotto anni prima.

L’ex leader dei Faith No More, che nel 2011 ha realizzato anche la colonna sonora del film “La solitudine dei numeri primi“, ha commentato così l’uscita di questo originalissimo album:

Come tutta la musica contemporanea italiana è sfortunatamente marginalizzata, forse anche per le barriere linguistiche o per la difficoltà di comprensione. Berio stava insegnando in California quando ha scritto questa pièce, e all’epoca ascoltava jazz, pop e folk, incorporandoli tutti nella sua opera, senza pregiudizi. Pur fedeli al contesto storico di un pezzo del secolo scorso, abbiamo comunque tenuto in considerazione il fatto che questo progetto potrebbe attirare un pubblico molto più giovane, per il quale Laborintus II rappresenterebbe la prima scoperta del lavoro di Berio”.

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