Mars Attack: “No better way to say hello”. La recensione

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Mars Attack - "No Better Way To Say Hello" - Artwork

I Mars Attack sono arrivati finalmente a produrre il loro primo disco solista. Ma chi sono i Mars Attack? Il progetto nasce nel Dicembre del 2010 da un’idea del batterista Giacomo Galantino e del chitarrista Davide Pozzoli, che reclutano il bassista Samuele Romagnoli e la cantautrice Valentina Marazzi per creare un gruppo e fin dalle prime ore passate in sala prove il sound verso cui si orienta la band è “un sound ispirato ai Paramore con contaminazioni hardcore-punk e post-grunge”, come riporta la nota stampa.

Il neonato gruppo cerca subito di lavorare ad un full album ma il loro produttore artistico, Marco D’Andrea, suggerisce ai giovanissimi Mars Attack (età media è di 20 anni) di cominciare da una più semplice demo: il gruppo entra in studio per la prima volta nel Marzo del 2011 e ne esce con un demo di quattro tracce, tre cover e il primo inedito della band, “Movin’ on“.  La band allora si fa vedere in giro in vari festival (BrianzaRock Festival e del Rho Alive Festival) e come opening band dei PlanetHard e si rimette al lavoro in studio nel Luglio del 2012 al Magnitude Studios di Seregno (MB) per mettere a punto dieci brani che comporranno “No Better Way To Say Hello“, l’album di debutto vero e proprio.

Mars Attack - "No Better Way To Say Hello" - Artwork
Mars Attack – “No Better Way To Say Hello” – Artwork

Il disco contiene il primo inedito “Movin’ on”  assieme ad altre nove tracce: la voce di Valentina Marazzi si impone già al primo ascolto. I primi pezzi sono di pieno punk-rock come ne producono molti gruppi giovanili odierni, come Melody Fall e i Vanilla Sky, per intenderci; alla quarta canzone, “Face the truth“, si cominciano a sentire le influenze dello stile dei Paramore e il disco si orienta verso quel tipo di musica, mostrando che i Mars Attack sanno comporre anche musica acustica come dimostra la ballad “Immortals“.

Il disco scorre comunque in maniera fluida, senza intoppi, con alcuni picchi come “Fear bounds dreams, hope exalts“, “In my skin” e la già citata “Immortals”  con episodi forse meno convincenti come “Echoes” e con il primo singolo, “Movin’ on“, che mostra di essere stato prodotto in un tempo diverso, facendo quasi da corpo estraneo in un disco che senza di esso ne avrebbe guadagnato in compattezza e coerenza. Ma si cresce e il sound cambia. E di spazio per la crescita ce n’è per la giovane band che si avventura in un genere strapieno di grupp e gruppetti. I Mars Attack riusciranno certo a creare qualcosa di personale e riconoscibile. Il loro esordio è un buon esordio. Sufficienza piena per loro.

 

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