Marlene Kuntz: basta polemiche sulla nostra partecipazione a Sanremo

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Cristiano Godano - Marlene Kuntz

In clima pre-Sanremo si diffondono a velocità rapidissima interviste e dichiarazioni dei vari partecipanti piuttosto che esclusi o quanti altri. Tra i concorrenti più discussi e che, conseguentemente, attirano l’attenzione dei media ci sono sicuramente i Marlene Kuntz.
La loro partecipazione al Festival della Canzone Italiana, infatti, ha diviso il pubblico in chi ne appoggia la scelta e chi è profondamente contrario, vedendo in ciò una sorta di tradimento a loro stessi.
La polemica dicotomica tra pro e contro si diffonde nel web e nei maggiori organi d’informazione che sembrano aver appena aperto gli occhi sul mondo di questo gruppo, come fosse rimasto nascosto negli ultimi venti anni.
I membri della band non potevano non pronunciarsi in merito e testimonianza particolarmente interessante ci arriva dalle pagine di Rolling Stone, che in questi giorni li ha intervistati.
Dichiarazioni importanti, che meglio ci fanno comprendere la personalità di questo gruppo.

Innanzitutto i Marlene Kuntz svelano che questo non è il loro primo tentativo di prendere parte al Festival di Sanremo: già nel 2008 avevano proposto un brano dal titolo “Nuvole”, a cui era stato però preferito quello degli Afterhours.
Come se il palcoscenico dell’Ariston non fosse abbastanza grande per due gruppi della scena alternativa italiana, come se la presenza di uno implicasse l’esclusione dell’altro.
Il brano rifiutato, per quanto di buon livello, è stato mantenuto inedito fino ad oggi, tranne un’esclusiva messa in onda nel corso di una mostra d’arte.

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Cristiano Godano - Marlene Kuntz © Vittorio Zunino Celotto/Getty Images

Ma non si fermano qui, parlano a ruota libera ed affrontano anche temi “delicati” senza mezzi termini.
Si pronunciano su quel rapporto con il pubblico ed i media che proprio in quest’ultimo periodo si va rendendo incandescente:

Diciamo che a livello di comunicazione, tra noi e il nostro pubblico, ci sono stati un po’ di equivoci nel corso dell’ultima decade. Ma io credo che la presenza dei Marlene Kuntz a Sanremo sia, innanzitutto, un problema culturale italiano… Beh, non è un problema dei Marlene se in questo Paese non esistono spazi ad hoc per la musica in televisione. Cioè, prendi programmi di successo e di ottima fattura come il David Letterman Show in America o il Later… with Jools Holland in Inghilterra: roba che qui in Italia ce la sogniamo!

E lanciano una vera bomba contro la carta stampata:

Beh, dopo otto dischi in studio e centinaia di concerti praticamente ovunque, adesso la grande stampa nazionale comincia ad occuparsi di noi. Che poi anche questa è una roba assurda, se ci pensi bene…

Gli argomenti sono tanti, si parla del pezzo di Sanremo “Canzone per un figlio” e del disco “Canzoni per un figlio”, che uscirà il 15 Febbraio, subito dopo l’inizio del Festival, di Patti Smith che li accompagnerà nel corso della terza serata sulle note di “The World Became The World” (trasposizione in lingua inglese di “Impressioni di Settembre” della PFM).

A conclusione di ciò non poteva che arrivare la previsione di come potrebbe andare il Festival dei Marlene Kuntz: potrebbero essere eliminati la prima sera, come accadde anche ai Negramaro quando si presentarono a Sanremo Giovani l’anno di Paolo Bonolis con “Mentre tutto scorre”, ma all’opposto potrebbero anche vincerlo.

E se riuscissero ad aggiudicarsi loro l’ambito trofeo? Se il leone con la palma finisse proprio nelle loro mani? E’ qui che esce un altro aspetto di questi ragazzi, apparentemente duri e rudi. E’ Cristiano Godano a dichiarare:

A quel punto la prima cosa che faremmo, ancor prima di prendere la coppa, sarà quella di salutare i nostri genitori! Ti immagini la loro soddisfazione da casa?

Non abbiamo ancora avuto modo di sentire “Canzone per un figlio”, ma siamo sicuri i Marlene Kuntz non ci abbiano deluso e che sarà un gran bel pezzo.

Le chiacchere stanno a zero: andranno al Festival di Sanremo, se verrà loro data l’occasione avranno modo di regalare performance esclusive con personaggi quali Patti Smith e Samuel dei Subsonica. Se tutto ciò può portare ad un’espansione del target di pubblico, meglio ancora: sono del parere, del tutto opinabile, sia mai!, che la buona musica debba essere diffusa il più possibile.
I Marlene ne fanno e sono contenta che vengano ascoltati anche da quanti, per pregiudizio o semplice contesto culturale, li abbiano fino ad oggi solo sentiti nominare, senza prestare attenzione alla musica.
E a Sanremo, che rock sia.

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