Quando si pensa ad una band longeva della musica italiana sicuramente fra la manciata di nomi vi sono i Marlene Kuntz. Longeva non vuol dire sinonimo di antiquata, in questo caso, ma anzi una vera e propria solida sicurezza.
Quando si parla dei Marlene Kuntz è difficile trovare una loro precisa collocazione, nel corso di questi ultimi decenni la band di Cristiano Godano si è rinventata, ha rinnovato il proprio sound ma si è anche fermata. Ha saputo dire basta per qualche anno, per ritrovare un amore viscerale verso la musica. Una musica che tutti ricordano legata a dischi come “Ho ucciso paranoia” oppure “Che cosa vedi”. “Nella tua luce” è un album dalle sonorità profondamente diverse dall’esordio della band ma in tutto questo sono passati anni, decenni di musica e sperimentazione. Decenni all’interno di un mondo musicale che ha subito cambiamenti, l’influenza delle mode del momento e una distruzione del potere del disco con l’avvento di Internet. In tutto questo i Marlene Kuntz hanno preso tempo non abbandonando mai la loro voglia di dare un proprio contributo all’interno di questo panorama d’intrattenimento. Perché se la musica è intrattenimento, la musica è anche sentimento ed emozione ma alla base ci vogliono i contenuti.
I contenuti ai Marlene Kuntz non sono mai mancati e proprio da qui si parte per un giudizio di “Nella tua luce”, il nono album della band che è stato pubblicato a fine agosto 2013 ed è già in cima alle classifiche di vendita. Prima di poter ascoltare il lavoro completo avevamo già a disposizione “Solstizio” e “Il genio (L’importanza di essere Oscar Wilde) ma “Nella tua luce” è il classico disco che trova il suo potenziale in un ascolto serrato e continuo, tutto d’un fiato dall’inizio alla fine. Un’ora scarsa (49 minuti) di parole che non potrebbero essere state scritte da nessun altro se non Godano stesso, voce e mente di un progetto che è sempre apparso solido, mantenuto non solo da un singolo personaggio ma da un gruppo vero di musicisti.
“Nella tua luce” è un buon disco del ritorno ma non un ottimo disco per almeno due ragioni: il sound è sinuoso, morbido, avvolgente ma mai incisivo. Sembra una eterna lirica a tratti dolce a tratti aggressiva ma mai determinante, mai in grado di far innamorare l’ascoltatore immediatamente. I Marlene Kuntz sono stati sempre bravi a costruire colpi di fulmine musicali. In questo disco mancano, così come mancavano nei due precedenti lavori quali “Ricoveri virtuali e sexy solitudini” e “Uno”. Manca la potenza di un singolo, di un vero singolo in grado di trascinare non solo gli amanti dei Marlene Kuntz ma anche gli ascoltatori di musica in generale.
Come detto nell’introduzione è probabilmente inutile e poco produttivo descrivere le canzoni singolarmente, per un disco del genere, ma due parole bisogna spenderle doverosamente per le miglior canzoni di “Nella tua luce”: “Il genio” ha un testo esistenzialista e un piglio musicale a tratti aggressivo che piace molto; “Catastrofe” propone un testo che potenzialmente potrebbe risvegliare il ricordo dei migliori Marlene eppure la canzone non prende il volo. Brilla a terra, senza essere in grado di volare: “No, la mia solidarietà mi nausea perché è inutile”. Si arriva a “Seduzione” che se la gioca come miglior canzone dell’album proprio con “Catastrofe”. Se la prima è gradevole e trascinante nel suo suono sporco e distorto, la seconda è una ballata dal testo ammaliante. Ci sono i miglior Marlene Kuntz qui dentro, son canzoni che non devono essere dimenticate facilmente. Una menzione d’onore va all’inizio sognante di “La tua giornata magnifica” che ci dona un abbraccio sonoro: “E’ un male silenzioso che lacera ma tu sei così amabile e leggera come una favola ma appari gioiosa e candida”.
Giudizio finale
In conclusione, “Nella tua luce” è una ripresa da apprezzare. Via la negatività degli ultimi Marlene Kuntz e spazio ad una vera e propria ripartenza. I testi sono buoni, a tratti ottimi, ma manca lo splendore di quella luce menzionata nel titolo. La luce è flebile e non brilla come dovrebbe fare, non brilla come ci si aspetta dai Marlene Kuntz in una forma ottima. Manca la spinta per entrare all’interno dei testi e della musica, manca quella spinta che fa mandare in loop il disco per almeno un paio di mesi. Sappiamo bene quali sono le potenzialità dei Marlene Kuntz, sappiamo quanto sono in grado di partorire un rock a tratti lirico e a tratti furioso. Non manca la voglia di produrre un disco geniale, non è mai sparita la cura maniacale che la band mette nella costruzione dei propri brani. Dai Marlene Kuntz si pretende (perché sono in grado assolutamente di produrla) eccellenza. Non vediamo l’ora di premiarli con un voto adatto al loro calibro, per ora “Nella tua luce” strappa un 7 complessivo da compito in classe nella media, con due voti eccelsi per “Catastrofe” e “Seduzione”. Ben ritornati, Marlene.